VANGELO 27 MARZO 2022
                                                                        QUARTA DOMMENICA DI QUARESIMA
                                                                                               
Audio Omelia
Il nostro cammino di quaresima diventa sempre più bello, passo dopo passo. 
Abbiamo affrontato l'aridità del deserto, le cosiddette TENTAZIONI, ci siamo messi all'ascolto del Padre, la PREGHIERA, abbiamo capito che dobbiamo avere ed usare la stessa PAZIENZA di Gesù, ora la strada è in discesa. 
Dobbiamo tornare a casa; e cosa c'è di meglio che tornare in famiglia?
Arrivati a questo punto gioco sporco e vi rivelo il finale.
Tornando a casa sapete cosa accadrà?
Troveremo nostro Padre ad aspettarci; lo troveremo lì, davanti alla porta che non si è mai mosso, fiducioso che prima o poi saremo ritornati, che un giorno o l'altro avrebbe visto la nostra figura da lontano. Ehi, sto correndo troppo!… andiamo per ordine, vediamo, nel vangelo di oggi Gesù che cosa ci vuole dire.
 
Attraverso questa parabola ci parla di un padre disgraziato che si ritrova con due figli problematici, loro non trovano una strada per essere felici. 
Hanno una pessima idea del Padre: 
ü  per il figlio maggiore egli è un padrone “Mi tocca lavorare tutta la vita facendo il bravo ragazzo senza una piccola soddisfazione”; 
ü  per il minore egli limita la sua libertà “Devo andarmene di casa per realizzarmi”.
 
Ecco il primo protagonista:
 
IL FIGLIO MINORE: immediatamente notiamo la pretesa di questo figlio “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Diciamocelo pure è il tipico ragazzo opportunista. Il Padre, il fratello, ciò che lo circonda, gli amici sono cose che lui usa per sé. Le relazioni che lui intreccia non sono delle relazioni che creano un’amicizia; ma sono solo cose che possono servirgli. Ottenuta la sua parte di eredità, va via di casa e parte in cerca di avventura. Ormai è indipendente, anzi ha ottenuto la sua ….
 
LIBERTA’: che significa ragazzi essere liberi? Per il giovane ha significato credere di non sbagliare mai, fare tutto quello che si vuole incurante dell’opinione di chi ci vuole bene, volere sempre tutto e più di tutto, non ascoltare, pensare che siano solo le cose a farci felici. Per questo ad un certo punto dà il ben servito al padre e gli dice “Dammi quello che mi spetta e togliti dalla mia vita”: “Ormai sono indipendente, non ho più bisogno di voi, ho quello che mi serve”.
Diventa così egoista, prepotente, sentendosi così onnipotente; forse perché era bello, intelligente, le cose giravano nel verso giusto, pensava di avere in mano le redini della sua vita e di essere abbastanza furbo da cadere sempre in piedi. Quindi ha ben pensato di allontanarsi da tutte le persone che gli volevano bene.
Ragazzi, avete notato che le persone a cui vogliamo profondamente bene di più sono quelle che maltrattiamo di più? Il giovane si ritrova a voler sperimentare la propria libertà, ma senza un progetto; e senza questo progetto non si va molto lontano. Infatti, ad un certo punto la vita gli presenta il conto e arriva la Carestia.
Il giovane, nel momento della disgrazia, ritorna in sé, riflette dentro di sé, riconosce i propri errori, ritorna a sentirsi figlio ed è pronto a chiedere perdono.
 
Secondo personaggio:
 
FIGLIO MAGGIORE: ancora una volta notiamo l’atteggiamento questa volta del figlio maggiore.
Egli tornando stanco dal lavoro, sente in lontananza della musica provenire dalla casa del Padre e chiama uno dei garzoni per capire, per indagare cosa stia succedendo in casa. Il garzone risponde con gioia: tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso. Indignato non volle entrare in casa. Come dargli torto? E’offeso! Quella festa non è per lui. Strano atteggiamento ha questo figlio: nel suo cuore non c’è gioia per un fratello ritrovato ma solo...
 
INVIDIA: invidia, rabbia e risentimento; ecco ciò che prova questo figlio. Apparentemente è quello bravo, ma in realtà resta con il padre per interesse e non perché lo ama. Si rapporta con lui secondo la logica dei diritti e dei doveri. Avrà pensato: “Se mio fratello, peccatore, è trattato in quel modo, a cosa serve essere giusti?” Egli è rimasto, costantemente, accanto al padre, ha sempre agito bene; ma per lui non c’è stata mai una festa. Tende ad attirare sempre l’attenzione su di sé: vedi come sono importante! Mentre la festa è tutta per quel fratello andato via, ma poi viene accolto con tutti gli onori anzi viene fatta una FESTA. Anche noi spesso siamo così. Quante volte ci sembra che gli altri, che a nostro parere meritano meno di noi, abbiano invece più di noi! “come mai quel mio compagno che è meno bravo di me, ha preso un voto più bello di me? Non è giusto, parole che diciamo spesso tutti, perché siamo così diffidenti, criticoni e vediamo solo quello che gli altri hanno, senza vedere tutto quello che abbiamo noi?
 
Il personaggio per eccellenza:
 
PADRE: povero questo padre che si ritrova con due figli che non lo apprezzano. Accetta che i figli facciano, liberamente, le loro scelte anche sbagliate; perché, in quanto figli, li ama. I suoi atteggiamenti: verso il figlio minore, che pretende, divide la parte di eredità; e verso il figlio maggiore, lascia la festa, per pregarlo di entrare. Ecco il Volto di Dio: Padre tenerissimo, accogliente e pieno di 
 
MISERICORDIA: La MISERICORDIA è un atteggiamento del cuore che spinge le persone ad andare in soccorso di qualcuno che ha bisogno, portando aiuto e perdono. Ecco quello che fa questo padre! 
Vedo un padre che lascia andare il figlio anche se sa che si farà del male. 
Vedo un padre che scruta l’orizzonte ogni giorno. 
Vedo un padre che non rinfaccia: “Lo dicevo io a tua madre!”, che non accusa, che abbraccia, che restituisce dignità, che fa festa.
Vedo un padre che esce a pregare lo stizzito fratello maggiore, che tenta di giustificarsi, di spiegare le sue buone ragioni.
Vedo questo padre che accetta la libertà dei figli, che pazienta, che indica, che stimola. 
Lo vedo e impallidisco. 
Allora Dio è così? Fino a qui? Così tanto?
Sì, ragazzi, Dio è questo e non altro. Dio è così e non diversamente. 
Bellissima l’immagine di questa domenica: ci mostra il Padre nel momento in cui corre incontro al figlio che ritorna. 
E’ un Padre gioioso e dinamico, con i piedi per aria e il sorriso radioso; non abbiamo l’immagine di un Padre seduto su un trono in attesa. Lì, su quella terrazza, c’è una sedia una brocca d'acqua e un panino, a suggerire che il Padre non si allontana da là neppure per mangiare.
Al centro del disegno c’è un grandissimo cannocchiale a forma di cuore. 
Perché a forma di cuore? 
Questo Padre non vede il peccato, l’errore del figlio; ma scruta il suo cuore e insegna a tutti noi di guardare i nostri fratelli, non giudicandoli per i loro errori, ma amandoli con il cuore. 
 
 
In sintesi
Gesù ci chiede di
NON ESSERE come il figlio minore RIBELLE 
perché vuole la LIBERTA’
NE’ come il figlio maggiore, INVIDIOSO,
ma come il padre, 
MISERICORDIOSI
verso i nostri fratelli