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                                                                                  VANGELO 15 MAGGIO - QUINTA DOMENICA DI PASQUA


Oggi ragazzi é la V domenica di Pasqua.
Ricordate? 
II domenica FIDUCIA in Gesù, 
III domenica ACCOGLIENZA, cioè accogliere Gesù senza condizioni, 
IV domenica siamo i suoi figli prediletti e ci chiede di ASCOLTARE la sua voce. 
 
Vediamo, oggi, Gesù cosa ci vuole dire.
L'evangelista Giovanni, questa domenica, ci porta nel Cenacolo; è l’ultima cena di Gesù.
Giuda si è allontanato e sta andando a tradire il suo Maestro, mentre gli altri apostoli sono a tavola, con Lui. 

Come sempre protagonista per eccellenza è: 
 

GESU’: che sta dimostrando di possedere quello che nello sport si chiama fair-play (correttezza nel gioco) ovvero la capacità di essere leale, oltre misura verso i propri compagni e verso l’avversario. Mi viene da pensare: Gesù sembra proprio un allenatore con la sua squadra! È il nostro coach che ci vuole motivare a dare il meglio di noi. Egli ci raduna intorno a sé per dare gli ultimi suggerimenti prima che scendiamo in campo, da soli. Come un allenatore che si rispetti esorta, sostiene ed ha piena fiducia nei suoi giocatori; non li obbliga e non li costringe a giocare una partita che non vogliono. Ragazzi, mi chiedo: ma quali insegnamenti, anzi suggerimenti Gesù ci dà? Esattamente tre scopriamoli insieme…
 
 
GLORIFICARE: che parolone, cosa significa? Le parole che utilizza sembrano dare vita ad uno scioglilingua: ora il figlio dell’uomo è stato glorificato e Dio è stato glorificato in Lui…. Ma cosa significa tutto ciò? Vediamo di semplificarci la vita. Glorificare significa manifestare la propria identità, Gesù rivela ai discepoli che Egli è veramente il Figlio di Dio. Ragazzi, Gesù ha avuto un buon allenatore che è Dio Padre. È bello poter costatare quanto Dio sia orgoglioso del proprio figlio Gesù. Attenzione! non pensiamo all’orgoglio come qualcosa in senso negativo, ma come un atteggiamento positivo. Pensate all’orgoglio del vostro allenatore quando impegnandovi nel calcio, con attenzione e dedizione, riuscite a fare un bel goal; ecco lo stesso vale per Gesù e Dio Padre. Dio ha affidato a Gesù la salvezza degli uomini e Gesù ha saputo fare goal realizzandola donando fino in fondo la sua vita.
 
 
EREDITARE: Gesù ha reso i suoi discepoli e noi, con loro, i suoi eredi. Dovete sapere ragazzi che quando una persona si avvicina alla morte scrive il proprio testamento; un documento nel quale lascia la sua eredità. Può essere un testamento materiale col quale lascia dei beni, dei soldi. Può essere un testamento spirituale, col quale una persona lascia in eredità vita, pensieri, valori, emozioni che vorrebbe potessero vivere oltre la sua morte. Se l’allenatore, prima di una partita, lascia ai suoi giocatori i suoi suggerimenti Gesù cosa ci lascia? Non ci lascia oro e argento, ma qualcosa di molto più importante: vi starete chiedendo cosa ci ha lasciato? Ebbene, ci rivela qual è il segno distintivo dei cristiani, IL SUO TESTAMENTO: “Vi do un comandamento nuovo che vi amate gli uni gli altri. Come io ho amato voi”. Cosa significa amarci come Lui ci ha amato? Ha forse riempito i suoi discepoli di regali? Li ha riempiti di coccole e abbracci? Mi sembra proprio di no! Non è che i regali le coccole e gli abbracci non siano una cosa buona, ma non sono l’essenza dell’amore cristiano. Gesù, quindi, alla fine del vangelo ci offre anche l'esempio di come vivere questo amore. Dobbiamo imparare a
 
 
SERVIRE: da questo vi riconosceranno che siete miei discepoli. Servire gli altri non significa sottomettersi alla volontà altrui e annientare la propria; ma significa mettere gli altri al primo posto, dare agli altri più importanza che a noi stessi, lasciare che ognuno prenda le sue decisioni senza giudicarlo. Gesù, come un vero allenatore, ha lasciato che Giuda prendesse la sua strada non ostacolandolo; mentre gli apostoli, compatti come una vera squadra, hanno deciso di restare e di accettare la sfida. Adesso che la squadra è completa bisogna dare l’ultimo incoraggiamento perché scenda in campo e vinca. È tempo del suo ultimo comandamento, quello nuovo, quello definitivo, quello dell’
 
AMORE: I discepoli, e noi oggi, siamo chiamati ad amare sull’esempio di quell’amore con cui Gesù ci ama da sempre. Questo modo di amare non ci farà sentire più poveri, al contrario, ci farà sentire più ricchi. Questa sfida è bellissima ed insieme impegnativa! Quanti di voi amano lo sport, amano la squadra del cuore? Ebbene, amare la propria squadra non significa farla vincere anche imbrogliando! Troppo comodo! Amare lo sport significa divertirsi onestamente, senza scorciatoie! Spesso noi confondiamo l’amore come uno scambio: Io ti amo se tu mi ami come voglio io. Mi spiace deludervi ma non è questo l’amore di cui parla Gesù. L’Amore vero, quello che ci viene da Dio, è un donarsi senza un contraccambio. 
 
E allora l’augurio che vi faccio è quello di scoprire che Gesù è un ottimo allenatore per la partita della nostra Vita. Il migliore. Lui ci sta convocando nella sua squadra per insegnarci ad essere dei veri campioni. Noi che facciamo? Accettiamo? Noi facciamo il tifo per ognuno di Voi. Chiediamoci, allora, da che parte vogliamo stare: da quella degli apostoli e fare squadra con Gesù, o dalla parte di Giuda e abbandonare la squadra?
Buona domenica!
 
                                                                                          IN SINTESI
 
                                         Oggi abbiamo imparato che Gesù ci considera parte della sua squadra
                                                                                di cui è ORGOGLIOSO,
                                                                esattamente come il Padre lo è di Lui.
 
                                                                               Egli ci ha dato dei consigli: 
                                                           spetta a noi, adesso, saper giocare bene, la nostra partita
                                                                                  basata sull’AMORE.