giovedì 28 ottobre 2021: per la preghiera personale e familiare "Lectio divina sulla Liturgia della Parola del giorno"

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  • giovedì | 28 ottobre 2021

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Lectio giovedì 28 ottobre 2021

 

Giovedì della Trentesima Settimana del Tempo Ordinario (Anno B)
Santi Simone e Giuda
 
Lettera agli Efesini 2, 19 – 22
Luca 6, 12 - 19
 
 
1) Orazione iniziale
O Dio, che per mezzo degli Apostoli ci hai fatto conoscere il tuo mistero di salvezza, per l’intercessione dei santi Simone e Giuda concedi alla tua Chiesa di crescere continuamente con l’adesione di nuovi popoli al Vangelo. 
 
La festa dei Santi Simone e Giuda ci dà l'occasione di acquistare maggiore consapevolezza delle due imprescindibili dimensioni della Chiesa, che è corpo di Cristo e tempio dello Spirito Santo, e non può essere l'uno senza l'altro. E un'illusione credere di poter ricevere lo Spirito Santo senza far parte del corpo di Cristo, perché lo Spirito Santo è lo Spirito di Cristo e si riceve nel corpo di Cristo. La Chiesa come corpo di Cristo ha anche un aspetto visibile: per questo Gesù scelse i Dodici e sceglie nel tempo i loro successori, a formare la struttura visibile del suo corpo, quasi continuazione dell'incarnazione. Appartenendo al suo corpo, possiamo ricevere il suo Spirito ed essere intimamente uniti a lui in un solo corpo e in un solo Spirito.
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2) Lettura: Lettera agli Efesini 2, 19 - 22
Fratelli, voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù. In lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito.
 
3) Commento su Lettera agli Efesini  2, 19 - 22
La prima lettura, dalla lettera agli Efesini, esprime bene queste dimensioni. "Siete edificati sopra il fondamento degli Apostoli e dei profeti, avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù": è l'aspetto visibile del corpo di Cristo, che è un organismo con la propria struttura. E in Cristo "la costruzione cresce ben ordinata”: ogni membro ha la propria funzione e il proprio posto. Scrive Paolo più avanti nella stessa lettera: "E lui (Cristo) che ha stabilito alcuni come Apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori...". Ognuno ha ricevuto la grazia "secondo la misura del dono di Cristo". Ed ecco la seconda dimensione, invisibile: "In lui anche voi insieme con gli altri venite edificati per diventare dimora di Dio per mezzo dello Spirito".
 
Voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio (Ef 2,19) - Come vivere questa Parola?
L'autore della Lettera agli Efesini continua a descrivere, ancora con accenti lirici (cf Ef 2,14-18), il modo in cui la grazia di Dio è stata offerta a tutti, pagani o circoncisi, indistintamente; perché tutti siamo stati chiamati e, un tempo lontani, ora siamo diventati vicini, grazie al sangue di Cristo. Sulla croce egli ci ha riconciliati con Dio e tra di noi, ha portato la pace, ai lontani e ai vicini, e così ci ha resi tutti concittadini e familiari, un'unica famiglia, come un unico tempio santo, abitazione di Dio in mezzo ai popoli della terra.
Ogni muro divisorio dell'ostilità, quindi, è stato abbattuto, non ci sono più né stranieri né ospiti. Né extracomunitari, naufraghi, profughi..., muraglie di cemento armato’. Sembra che ogni momento storico ne crei dei nuovi lontani, delle mura divisorie sempre meno scavalcabili. 
È proprio per questo, però, che noi, resi vicini a Dio, rappacificati ed edificati sulle solide fondamenta, siamo chiamati a continuare quella costruzione ben ordinata del tempio del Signore in cui ogni persona possa trovare pace e calore di famiglia. È per questo che le nostre vesti vanno sempre tenute strette ai fianchi e le lampade accese (cf Lc 12,35): per rimetterci prontamente, a qualsiasi ora, all'opera difficile e responsabile della ri-costruzione di casa-famiglia accogliente. Dove a tavola passa a servire il Signore stesso, offrendoci abbondanza di pace, di bontà, di misericordia... - sé stesso!
Vieni, Signore, ad abbattere le mura che ancora sbarrano l'accesso al tuo tempio santo. Infondi nel nostro cuore la tua pace e rendici tuoi collaboratori attenti e vigili.
Ecco le parole dal libro dei Proverbi (24,3-4): Con la sapienza si costruisce una casa, e con la prudenza la si rende salda; con la scienza si riempiono le sue stanze di tutti i beni preziosi e deliziosi.
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4) Lettura: Vangelo di Luca 6, 12 - 19
In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore.
Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.
 
5) Riflessione sul Vangelo di Luca 6, 12 - 19  
La Scrittura Santa ci rivela che è sempre Dio che sceglie chi deve compiere la sua opera. Spesso sono scelte che vanno al di là di ogni logica umana. Persone sulle quali noi ci saremmo fermati da Dio vengono scartate, persone che mai avremmo potuto neanche immaginare come utili a Dio, dal Signore sono state scelte. Alcuni di questi chiamati osano controbattere con il Signore, dichiarando la loro inadeguatezza, nullità, incapacità di svolgere la missione loro affidata.
Gesù rispetta il Padre suo. Sa che solo Lui può scegliere. Solo Lui deve scegliere. Si reca sul monte. Passa una notte in orazione. Chiede al Padre chi Lui ha già scelto per essere tra i suoi Apostoli. Il Padre lo rivela. Gesù li chiama. Vive di profondo rispetto, di purissima obbedienza. Nulla è da Cristo Signore, nella sua vita tutto è dal Padre. Siamo molto distanti da Cristo Signore. Nella Chiesa molte scelte avvengono dal cuore dell'uomo, non dal cuore del Padre. L'autonomia da Dio è molta. L'obbedienza è scarsa. Il rispetto quasi inesistente. Anche Pietro lasciò che fosse Dio a scegliere.
Da questo istante Gesù inizia a mostrare ai suoi Apostoli come si edifica il regno di Dio.
 
La notte della preghiera e il giorno della chiamata.
«In quei giorni Gesù se ne andò sulla montagna a pregare e passò la notte in orazione. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede il nome di apostoli». In un bel inno di lode un salmista così cantava al Signore: «La notte è chiara come il giorno; per te le tenebre sono come luce». È la forza della preghiera che squarcia le tenebre e le illumina della divina presenta. È suggestiva la visione che l'evangelista ci offre: mentre le tenebre avvolgono il mondo, lassù sul monte, cielo e terra si fondono nella intensa comunione trinitaria e colui che potrà dire di essere la luce vera che illumina ogni uomo, rischiara il buio del mondo e illumina i cuori degli uomini. Quando infatti poi radioso splenderà il mattino, la voce di Cristo comincia a chiamare, a scandire nomi, a lanciare messaggi, il cui eco non smette ancora di farsi sentire nei cuori dei giovani come chiamata, come predilezione, come invio... in forza di quella luminosa notte di preghiera e di quel giorno pieno di Luce, ancora oggi, dopo i dodici, tanti e tanti ascoltano quella stessa voce e rimangono affascinati da quella luce. È poi normale che anche la voce di poveri pescatori risuoni in tutto il mondo; è normale che scesi a valle, si trovino folle in attesa, con la brama della verità e l'urgenza della forza sanante del Cristo. Possiamo dire che già in quel mattino pieno di sole e di luce divina, nasceva la chiesa, nascevano i suoi ministri, si prendeva coscienza della forza divina, soprannaturale che emanava da Cristo e stava per essere data in eredità ai suoi: «Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che sanava tutti». Sì, ora ci è dato di toccarlo, lo prendiamo nelle nostre mani, ci viene dato ancora vivo dai suoi; ha la stessa forza di allora di sanare tutti se lo accogliamo con fede. Egli ci attende all'appuntamento domenicale alla sua mensa!
 
«In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli.: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro... Giacomo, Giovanni... Simone, detto Zelota, Giuda, figlio di Giacomo, e Giuda Iscariota, che divenne il traditore». (Lc 6, 12-16) - Come vivere questa Parola?
Profondamente uomo di preghiera, Gesù, prima di scegliersi il gruppo più ristretto dei discepoli che collaboreranno con Lui e prolungheranno poi la sua stessa missione - gli Apostoli appunto - passa tutta la notte in preghiera sul monte, in dialogo con Dio. Questa informazione importante che ci viene da Luca, l'evangelista più attento a mettere in evidenza la preghiera di Gesù, vuole significare che la chiamata dei Dodici non è stata una mera scelta terrena, ma condivisa col Padre suo, e quindi secondo la Sua Volontà. 
Eppure, a guardare i nomi delle persone riportate nella lista dei Dodici, tra cui compaiono anche i due Apostoli Simone Zelota e Giuda di Alfeo - di cui oggi ricorre la festa liturgica - si potrebbe pensare che la scelta non sia stata delle migliori. Si tratta, infatti, di persone molto mediocri, ove si trovano rozzi pescatori, che fanno molta fatica a comprendere il messaggio del Maestro: un peccatore pubblicano (Matteo-Levi), un ribelle indocile (Simone Zelota), due "figli del tuono" (Giovanni e Giacomo) intransigenti e intolleranti, uno che Lo ha rinnegato tre volte (Pietro) e il traditore (Giuda Iscariota).
Ciononostante Gesù ha affidato a queste persone imperfette il futuro della Sua Chiesa e la riuscita della Sua missione. Sì, perché il Figlio di Dio non ha scelto i dodici più dotati intellettualmente, i più forti, i più santi, i più bravi... ma i più deboli e imperfetti.
Gesù ha operato questa scelta sconcertante per farci capire che il Suo Vangelo non si fonda sul valore e la potenza dell'uomo, ma unicamente sulla potenza di Dio e per insegnarci che la Grazia di Dio è capace di operare al di là di ogni nostro limite: "Nulla è impossibile a Dio" (Lc 2, 37). 
Se Gesù ha chiamato i Dodici, che erano così imperfetti, può chiamare e scegliere anche noi, l'importante è seguirlo con fede e con totale abbandono alla sua Grazia.
Ecco la voce della liturgia: "Signore, che ci hai accolti alla tua mensa nel glorioso ricordo dei santi Apostoli Simone e Giuda, per il tuo Spirito operante in questi misteri confermaci sempre nel tuo amore". Amen.
 
Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore. (Lc 6,13-16) - Come vivere questa Parola?
Un arido elenco di nomi? No! Il segno che per Dio non siamo numeri. Egli chiama ciascuno per nome, fa emergere dal nulla, dando un volto ben definito. Ognuno è se stesso: unico, irrepetibile. Da sempre Dio lo ha sognato così. È in quel nome una chiamata, che è la mia, solo mia. "Ne scelse dodici ai quali diede il nome di apostoli". Dodici. Eppure la vocazione di Simone non è quella di Andrea, perché Simone dall'eternità era nel cuore di Dio come Simone quel Simone lì impulsivo pieno di slanci eppure tanto fragile, quel Simone che rinnegherà ma poi verserà il sangue per il Maestro. Quel Simone che avrà il compito di confermare gli altri e a cui saranno affidati le chiavi del Regno... così per ogni uomo... per noi. Chiamati da sempre perché da sempre sognati così, con questo volto, questo compito da svolgere nella vita, che non può essere distinto da noi. Noi non abbiamo una vocazione: noi siamo la nostra vocazione. Quella voce che ci ha tratto dal nulla, che ci ha dato un volto nel momento stesso in cui in un atto di infinita tenerezza pronunciava il nostro nome, quella voce ci chiamava ad "essere per". VOLUTI DA DIO PERCHE' AMATI DA DIO COSI' COME SIAMO. Come possiamo non amarci, non accettarci anche nei nostri limiti, non amare la nostra vocazione? Come possiamo non esplodere di gioia? Sì, quella voce di cui serbiamo in cuore l'eco con nostalgia profonda, quella voce continua a chiamarci alla gioia.
Dio della nostra gioia, dacci di percepire sempre nel nostro cuore quel richiamo carico di tenerezza che ci ha dato di essere. Che noi scopriamo giorno dopo giorno il nostro "nome", con stupore e riconoscenza. Grazie, grazie Dio della nostra gioia.
Ecco la voce una Santa Madre Teresa di Calcutta: Tu, quando diffondi l'amore del Signore, sei la buona novella di Dio.
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6) Alcune domande per aiutarci nella meditazione e nella orazione
- Fratelli, redenti da Cristo, siamo diventati familiari di Dio, pietre vive di un unico edificio spirituale. Ben saldi nella fede degli apostoli, eleviamo la nostra supplica al Signore?
- Preghiamo perché i cristiani siano irradiazione del vangelo nel mondo, e la storia della salvezza diventi storia di tutta l’umanità?
 
 
7) Preghiera: Salmo 18
Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio.
 
I cieli narrano la gloria di Dio,
l’opera delle sue mani annuncia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il racconto
e la notte alla notte ne trasmette notizia.
 
Senza linguaggio, senza parole,
senza che si oda la loro voce,
per tutta la terra si diffonde il loro annuncio
e ai confini del mondo il loro messaggio.