lunedì 18 ottobre 2021: per la preghiera personale e familiare "Lectio divina sulla Liturgia della Parola del giorno"

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  • lunedì | 18 ottobre 2021

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Lectio lunedì 18 ottobre 2021

 

 Lunedì della Ventinovesima Settimana del Tempo Ordinario (Anno B)
San Luca
 
2 Lettera a Timoteo 4, 10 – 17
Luca 10, 1 - 9
 
 
1) Orazione iniziale 
Signore Dio nostro, che hai scelto san Luca per rivelare al mondo con la predicazione e con gli scritti il mistero della tua predilezione per i poveri, fa’ che i cristiani formino un cuor solo e un’anima sola, e tutti i popoli vedano la tua salvezza.
 
L'evangelista Luca può esserci particolarmente caro perché è l'evangelista della Madonna. Solo da lui ci sono state tramandate l'annunciazione, la visitazione, le scene del Natale, della presentazione al tempio di Gesù. E si può anche dire l'evangelista del cuore di Gesù, perché è Luca che ci rivela meglio la sua misericordia: è l'evangelista della parabola del figlio prodigo un tesoro che troviamo soltanto nel suo Vangelo, della dramma perduta e ritrovata. È l'evangelista della carità: lui solo ci racconta la parabola del buon samaritano, e parla dell'amore di Gesù per i poveri con accenti più teneri degli altri: ci presenta il Signore che si commuove davanti al dolore della vedova di Nain; che accoglie la peccatrice in casa di Simone il fariseo con tanta delicatezza e le assicura il perdono di Dio; che accoglie Zaccheo con tanta bontà da cambiare il suo esoso cuore di pubblicano in un cuore pentito e generoso. 
San Luca è dunque l'evangelista della fiducia, della pace, della gioia; in una parola possiamo dire che è l'evangelista dello Spirito Santo. Negli Atti degli Apostoli è lui che ha trovato la formula tanto cara alle comunità cristiane: "formare un cuor solo e un'anima sola", che è ripresa anche dall'orazione della Colletta di oggi: 
"Signore Dio nostro, che hai scelto san Luca per rivelare al mondo il mistero della tua predilezione per i poveri, fa' che i cristiani formino un cuor solo e un'anima sola, e tutti i popoli vedano la tua salvezza". E la comunità cristiana, fondata sull'amore di Gesù e anche sull'amore alla povertà: solo persone non attaccate ai beni terreni per amore del Signore possono formare un cuor solo e un'anima sola. 
Il Vangelo di san Luca lo rivela pieno di zelo. Soltanto lui riporta l'invio in missione dei settantadue discepoli (gli esegeti pensano che questo sia un numero simbolico e rappresenti le settantadue nazioni dell'universo) e alcuni particolari di questa missione: "Il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi". San Gregorio Spiega: "Bisogna che i discepoli siano messaggeri della carità di Cristo. Se non sono almeno due la carità non è possibile, perché essa non si esercita verso se stessi, ma è amore per l'altro". 
Ci sono dunque molti tesori nell'opera di san Luca e noi possiamo attingervi con riconoscenza, non dimenticando l'aspetto che l'evangelista sottolinea maggiormente: darci tutti al Signore, essere suoi discepoli pronti a portare la croce ogni giorno con lui. Allora il nostro amore é autentico e porta veramente i frutti dello Spirito: la pace, la gioia, la benevolenza.
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2) Lettura: 2 Lettera a Timoteo 4, 10 - 17
Figlio mio, Dema mi ha abbandonato, avendo preferito le cose di questo mondo, ed è partito per Tessalònica; Crescente è andato in Galazia, Tito in Dalmazia. Solo Luca è con me. 
Prendi con te Marco e portalo, perché mi sarà utile per il ministero. Ho inviato Tìchico a Èfeso. Venendo, portami il mantello che ho lasciato a Tròade in casa di Carpo, e i libri, soprattutto le pergamene.
Alessandro, il fabbro, mi ha procurato molti danni: il Signore gli renderà secondo le sue opere. Anche tu guàrdati da lui, perché si è accanito contro la nostra predicazione.
Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato. Nei loro confronti, non se ne tenga conto. Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l’annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero.
 
3) Commento su 2 Lettera a Timoteo 4, 10 - 17
"Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato. Nei loro confronti, non se ne tenga conto. Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l'annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero" (2 Tim 4,16-17) - Come vivere questa Parola?
S. Paolo scrive con affetto al suo discepolo Timoteo che è anche suo compagno nella missione dell'evangelizzare.
Il tono è affettuoso ma venato di mestizia, perché Paolo non rifugge dal manifestare ciò che lo addolora: è stato abbandonato da tutti! Proprio mentre soffre di tradimento e calunnie, la solitudine lo attanaglia; è una specie di dura morte del cuore.
Così anche noi ci persuadiamo che, testimoniare Cristo nella nostra esistenza, non significa essere ‘assicurati' contro certe possibilità che la vita può all'improvviso presentarci.
Nel caso di Paolo, la situazione è veramente drammatica, perché neppure gli amici più cari sembrano essersi fatti carico di prendere le difese dell'apostolo nel momento cruciale, in tribunale. Delusione totale e solitudine senza scampo sono la stessa immersione nella morte.
Noi, per fortuna, non sempre siamo aggrediti da situazioni così tragiche. Però anche nella vita di ognuno di noi, non tutto è una fiorita di circostanze tutte consolanti. 
Per di più, nonostante ci siano matrimoni riusciti e belle amicizie, tutti avvertiamo a volte quella solitudine che collima con la nostra sete d'infinito, ma che comunque è come una ferita sempre aperta.
 
Quando poi si tratta di tradimenti e abbandoni, la solitudine si presenta su due versanti: quello della disperazione e quello della Fede della Speranza della Carità.
È al versante di certezze cristiane che noi guardiamo attingendo anche la forza del perdono per chi ci fosse stato fonte di dolore. Ed è su questo versante che la vita ancora è bella, preziosa.
Signore Gesù, Tu che perfino metti in fuga i demoni "con il dito di Dio" (Lc. 11,20), esercita in noi la Tua potenza contro lo scoraggiamento e le forze oscure che a volte ci abitano. Rendici coraggiosi, arditi, serenamente propensi a perdonare sempre e ad amare con perseveranza.
Ecco la voce dell'Apostolo delle genti San Paolo: "A colui che può fare assai di più e immensamente al di là di quello che noi domandiamo e pensiamo per la sua potenza operante in noi a lui la gloria" 
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4) Lettura: Vangelo secondo Luca 10, 1 - 9
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. 
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».
 
5) Riflessione sul Vangelo secondo Luca 10, 1 - 9
«Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!» (Lc 10,2) - Come vivere questa Parola?
Oggi celebriamo la festa di san Luca, l'evangelista della bontà di Gesù Cristo e della Madonna: ci ha rivelato l'annunciazione la visitazione, il Natale e la presentazione di Gesù al Tempio. 
È anche l'evangelista della misericordia di Dio (ci presenta la parabola del Padre buono e del figlio prodigo, della dramma perduta e ritrovata) e della carità (la parabola del buon samaritano, le parole di Gesù verso i più poveri, la sua commozione di fronte alla vedova di Naim, la sua accoglienza e il suo perdono verso la peccatrice in casa di Simone, l'accettazione di Zaccheo, che cambia il suo cuore esoso di pubblicano). Ancora Luca sintetizza in una formula la vita della prima comunità cristiana negli Atti: "avevano un cuor solo e un'anima sola". Egli riporta l'invio della missione ai settantadue discepoli per evangelizzare il mondo. 
L'opera di Luca ci invita ad essere veri discepoli di Cristo, a portare la croce ogni giorno, a far fruttificare i doni dello Spirito: la pace, la gioia, la benevolenza.
Aiutaci Signore ad accogliere il messaggio che attraverso l'evangelista Luca hai dato ai cristiani, e fa' che viviamo nella concordia e nell'unità
Ecco le parole dalla preghiera iniziale della Messa: Signore Dio nostro, che hai scelto san Luca per rivelare al mondo con la predicazione e con gli scritti il mistero della tua predilezione per i poveri, fa' che i cristiani formino un cuor solo e un'anima sola, e tutti i popoli vedano la tua salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo...
 
I tuoi amici, Signore, annunciano il tuo regno.
Oltre la missione dei dodici, Luca riferisce nel suo Vangelo anche quella dei settantadue discepoli. Nel racconto degli Atti degli Apostoli poi avrà modo di tramandarci pure le memorie relative alla missione di Pietro, di Paolo, di Stefano, di Filippo e di altri discepoli del Signore. Gesù manda dinanzi a sé i discepoli nelle città e villaggi dove stava per recarsi, dicendo loro: "La messe è molta, gli operai sono pochi, pregate dunque il padrone della messe, perché mandi operai per la sua messe". La preghiera, che viene ingiunta prima dell'azione, è fondamentale e non va intesa solo come un sostegno alla missione, ma anche e soprattutto come parte integrante della missione. L'unione con Dio è il primo e il più efficace mezzo apostolico. Altrimenti per chi si va e come si va? L'esistenza del missionario è contraddistinta dalla dedizione totale al compito che Cristo gli affida: "Andate, ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi", l'immagine è inconfondibile. Come Gesù si è fatto agnello, si è consegnato per amore nelle mani dell'umanità, così ogni discepolo deve essere disposto a farsi agnello, pronto per il sacrificio. Il messaggio poi che Gesù stesso mette sulla bocca dei suoi discepoli: "Dite così, è vicino a voi il regno di Dio", proclama la sua presenza: "li manda dove stava per recarsi". Il regno di Dio è accogliere la pace e chi la porta, è prendere cura dei malati, è gioia vissuta nell'incontro con Cristo risorto nell'attesa della beata speranza. In questo annuncio c'è la presenza di Gesù in mezzo ai suoi, con la sua volontà salvifica universale. La Chiesa celebrando oggi la memoria dell'evangelista Luca, ci riporta alla necessità di essere non solo lettori attenti e devoti del Vangelo, ma di esserne anche Apostoli. La radice battesimale consente di conformarci alla storia di Gesù, divenendone testimoni. Ci rende capaci di essere e di sentire come lui, nella Chiesa e nel mondo.
 
La messe è abbondante ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il Signore della messe perché mandi operai nella sua messe. (Lc 10,2) - Come vivere questa Parola?
È bella l'immagine dei campi pieni di spighe mature che ondeggiano nel vento sotto il sole. Guardandoli viene da pensare che prima della messe c'è tutta una storia dietro ogni spiga, ogni vita. Tocca al Signore, cioè a Dio, mandare operai a seminare e curare il grano e, a tempo opportuno, raccogliere la messe. È la storia della Chiesa e la sua missione nel mondo quella di mandare apostoli, sacerdoti, missionari, catechisti a seminare la fede lasciataci da Gesù: la conoscenza che Dio ci ama e ci salva e ci vuole sempre con Lui nella pienezza di felicità. Però, bisogna ribadire che se tutti noi siamo ‘Chiesa', ciascuno è interpellato perché la missione di Gesù continui oggi. Le persone chiamate ad operare sono i nostri figli, i nostri fratelli, le nostre sorelle; nascono e vengono educati, formati nelle nostre famiglie, scuole, parrocchie. Certo, la chiamata viene da Dio stesso ma la risposta dipende dai nostri figli e figlie, e noi, tutti, siamo responsabili per introdurli a conoscere e amare il Signore, che sanno ascoltare la sua voce dentro il cuore, che sentono il desiderio di amare e di essere in comunione e solidarietà con tutti i fratelli del mondo. Così diventano capaci di riconoscere la voce di Dio fra tanto chiasso e rispondere alla propria vocazione, personale e irrepetibile.
Signore Gesù la messe seminata da te è abbondante, ma davvero, oggi, gli operai sembrano venir meno. Non credo che tu non chiami, ma forse non sentiamo la tua voce e così vengono meno le vocazioni al matrimonio cristiano e alla consacrazione sacerdotale e religiosa... Ti chiediamo, Signore di suscitare uomini e donne così amanti di te che possano infiammarci tutti con la bellezza di una vita vissuta intimamente con te.
Ecco la voce di un teologo liturgista Cesare Giraudo S.J.: Tutte queste cose le dico perché ognuno, anche tra i più giovani, stia attento, cosicché comprendiamo che siamo tutti un solo corpo, e non ci diversifichiamo gli uni dagli altri se non come le membra dalle membra. E perciò non gettiamo tutto sui sacerdoti, ma anche noi, in quanto parte del comune corpo preoccupiamoci di tutta la Chiesa.
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6) Per un confronto personale
- Troviamo consolazione nell'amicizia e nel soccorso che viene dall’alto?
- Ci lasciamo convincere alla parola del vangelo e ci riconciliamo nella verità e nell’amore?
- Quando ci pare di trovarci come agnello fra lupi, sperimentiamo la forza di chi pone la fiducia nella potenza del Signore?
 
 
7) Preghiera finale: Salmo 144
I tuoi santi, Signore, dicano la gloria del tuo regno.
 
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza. 
 
Per far conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni. 
 
Giusto è il Signore in tutte le sue vie
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore è vicino a chiunque lo invoca,
a quanti lo invocano con sincerità.