martedì 28 settembre 2021: per la preghiera personale e familiare "Lectio divina sulla Liturgia della Parola del giorno"

Dettagli evento

  • martedì | 28 settembre 2021


Per prendere visione delle Lectio Divine finora pubblicate 

_____________________________________________________________________________________________________________________

Lectio martedì 28 settembre 2021


 Martedì della Ventiseiesima Settimana del Tempo Ordinario (Anno B)
 
Zaccaria 8, 20 - 23
Luca 9, 51 - 56
 
 
1) Preghiera 
O Dio, che riveli la tua onnipotenza soprattutto con la misericordia e il perdono, continua a effondere su di noi la tua grazia, perché, camminando verso i beni da te promessi, diventiamo partecipi della felicità eterna.
 
 
2) Lettura: Zaccaria 8, 20 - 23
Così dice il Signore degli eserciti: Anche popoli e abitanti di numerose città si raduneranno e si diranno l’un l’altro: “Su, andiamo a supplicare il Signore, a trovare il Signore degli eserciti. Anch’io voglio venire”. Così popoli numerosi e nazioni potenti verranno a Gerusalemme a cercare il Signore degli eserciti e a supplicare il Signore. Così dice il Signore degli eserciti: In quei giorni, dieci uomini di tutte le lingue delle nazioni afferreranno un Giudeo per il lembo del mantello e gli diranno: “Vogliamo venire con voi, perché abbiamo udito che Dio è con voi”.
 
3) Commento su Zaccaria 8, 20 - 23
Il Pontefice è tornato alla prima lettura della celebrazione, tratta dal libro di Zaccaria (8, 20-23). «In quei giorni, dieci uomini di tutte le lingue delle nazioni afferreranno un Giudeo per il lembo del mantello e gli diranno: “Vogliamo venire con voi perché abbiamo udito che Dio è con voi”». E ha così proseguito: «La Chiesa, ci diceva Benedetto XVI, cresce per attrazione, per testimonianza. E quando la gente, i popoli vedono questa testimonianza di umiltà, di mitezza, di mansuetudine, sentono il bisogno» di cui parla «il profeta Zaccaria: “Vogliamo venire con voi!”. La gente sente quel bisogno davanti alla testimonianza della carità. È questa carità pubblica senza prepotenza, non sufficiente, umile, che adora e serve. È semplice la carità: adorare Dio e servire gli altri. Questa testimonianza fa crescere la Chiesa». Proprio per questo, ha concluso Papa Francesco, santa Teresa di Gesù Bambino «tanto umile, ma tanto fiduciosa in Dio, è stata nominata patrona delle missioni, perché il suo esempio fa che la gente dica: vogliamo venire con voi».
 
«Nella prima lettura — ha specificato il Papa — abbiamo sentito la promessa di Dio al suo popolo: tornerò a Sion, dimorerò a Gerusalemme e Gerusalemme sarà chiamata città fedele. Il Signore tornerà». Ma «quali sono i segni che il Signore è tornato? Una bella organizzazione? Un governo che vada avanti tutto pulito, tutto perfetto?» si è domandato. Per rispondere il Santo Padre ha riproposto l’immagine della piazza di Gerusalemme gremita di vecchi e di bambini.
Dunque «quelli che lasciamo da parte quando pensiamo a un programma di organizzazione — ha affermato — saranno il segno della presenza di Dio: i vecchi e i bambini. I vecchi perché portano con loro la saggezza, la saggezza della loro vita, la saggezza della tradizione, la saggezza della storia, la saggezza della legge di Dio; e i bambini perché sono anche la forza, il futuro, quelli che porteranno avanti con la loro forza e con la loro vita il futuro».
Il futuro di un popolo — ha ribadito Papa Francesco — «è proprio qui e qui, nei vecchi e nei bambini. E un popolo che non si prende cura dei suoi vecchi e dei suoi bambini non ha futuro, perché non avrà memoria e non avrà promessa. I vecchi e i bambini sono il futuro di un popolo».
Purtroppo, ha aggiunto, è una triste consuetudine mettere da parte i bambini «con una caramella o con un gioco». Così come lo è il non lasciar parlare i vecchi e «fare a meno dei loro consigli». Eppure Gesù raccomanda di prestare massima attenzione ai bambini, di non scandalizzarli; così come ricorda che «l’unico comandamento che porta con sé una benedizione è proprio il quarto, quello sui genitori, sui vecchi: onorare».
I discepoli volevano naturalmente «che la Chiesa andasse avanti senza problemi. Ma questo — ha avvertito il Pontefice — può diventare una tentazione per la Chiesa: la Chiesa del funzionalismo, la Chiesa ben organizzata. Tutto a posto». Ma non è così, perché sarebbe una Chiesa «senza memoria e senza promessa»; e questo certamente «non può andare».
«Il profeta — ha proseguito il Santo Padre — ci dice della vitalità della Chiesa. Non ci dice però: ma io sarò con voi e tutte le settimane avrete un documento per pensare; ogni mese faremo una riunione per pianificare». Tutto ciò, ha aggiunto, è necessario ma non è il segno della presenza di Dio. Quale sia questo segno lo dice il Signore: «Vecchi e vecchie siederanno ancora nelle piazze di Gerusalemme, ognuno con il bastone in mano per la loro longevità. E le piazze della città formicoleranno di fanciulli e di fanciulle che giocheranno sulle sue piazze».
«Il gioco — ha concluso il vescovo di Roma — ci fa pensare alla gioia. È la gioia del Signore. E questi anziani seduti con il bastone in mano, ci fanno pensare alla pace. Pace e gioia, questa è l’aria della Chiesa».
______________________________________________________________________________
 
 
4) Lettura: Vangelo secondo Luca 9, 51 - 56
Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.
 
5) Commento sul Vangelo secondo Luca 9, 51 - 56
Cattiva accoglienza di un villaggio di Samaria.
Gesù sta per iniziare il suo ultimo viaggio verso Gerusalemme. La meta ultima che l'attende è però il monte calvario dove consumerà il suo sacrificio. Passando di villeggio in villaggio egli continua la sua missione di annunciare il Regno di Dio e di invitare tutti alla conversione. Lo precedono i suoi discepoli, inviati appositamente per preparare gli abitanti alla sua venuta. C'è un rifiuto e segue l'ira e l'indignazione degli Apostoli. I più zelanti invocano un immediato castigo dal cielo: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Gesù li rimprovera. È falso il loro zelo. La vendetta non ci appartiene. Lo stesso Dio si autodefinisce «Lento all'ira e grande nell'amore». La stessa persona di Gesù incarna il perdono e la misericordia. Quando in noi esplode l'ira, è ancora quel maledetto orgoglio che interviene minaccioso. A pensare che se il nostro Dio non fosse il Dio della misericordia e del perdono, tutti saremmo periti miseramente dopo il primo peccato. Gli Apostoli erano testimoni oculari degli atteggiamenti che Gesù praticava nei confronti dei peccatori: avevano assistito alla conversione di Zaccheo, di Levi il pubblicano. Avevano visto il loro maestro lasciarsi toccare non solo dai lebbrosi, ma perfino da una prostituta. Alcuni si scandalizzavano di ciò, ma i più ne restavano edificati. Dovranno però verificarsi alcuni eventi decisivi perché tutto possa apparire chiaro: la croce, la risurrezione e la pentecoste. Occorre lo Spirito Santo per comprendere al meglio che il Signore e «il mio Dio, il Dio della mia misericordia», come canta il Salmista.
 
Il vangelo di oggi ci narra come Gesù decide di andare a Gerusalemme. Descrive anche le prime difficoltà che incontra lungo questo cammino. Ci presenta l’inizio del lungo e duro cammino dalla periferia verso la capitale. Gesù lascia la Galilea e va verso Gerusalemme. Non tutti lo capiscono. Molti lo abbandonano, perché le esigenze sono enormi. Oggi avviene la stessa cosa. Lungo il cammino delle nostre comunità c’è incomprensione ed abbandono.
 
Gesù decide di andare a Gerusalemme”. Questa decisione marca il duro e lungo cammino di Gesù dalla Galilea fino a Gerusalemme, dalla periferia verso la capitale. Questa camminata occupa più della terza parte di tutto il vangelo di Luca (Lc 9,51-19,28). Segno che la camminata fino a Gerusalemme ebbe un’enorme importanza nella vita di Gesù. La lunga camminata è simbolo, nello stesso tempo, del viaggio che le comunità stanno facendo. Loro cercano di svolgere un passaggio difficile dal mondo giudeo verso il mondo della cultura greca. Simbolizzava anche la tensione tra il Nuovo e l’Antico che si chiudeva sempre più in se stesso. E simbolizza anche la conversione che ognuno di noi deve vivere, cercando di seguire Gesù. Durante il viaggio, i discepoli e le discepole cercano di seguire Gesù, senza tornare indietro. Non sempre ci riescono. Gesù dedica molto tempo ad istruire coloro che lo seguono da vicino. Un esempio concreto di questa istruzione lo abbiamo nel vangelo di oggi. All’inizio del viaggio, Gesù esce dalla Galilea e porta con sé i discepoli verso il territorio dei samaritani. Cerca di formarli affinché siano in grado di capire l’apertura verso ciò che è nuovo, verso l’ “altro”, il differente.
 
Luca 9,51: Gesù decide di andare a Gerusalemme. Il testo greco dice letteralmente: "Quando si completarono i giorni della sua assunzione (rapimento), Gesù volse risolutamente la sua faccia verso Gerusalemme”. L’espressione assunzione evoca il profeta Elia rapito in cielo (2 Re 2,9-11). L’espressione volgere la faccia evoca il Servo di Yavè che diceva: “rendo la mia faccia dura come pietra sapendo di non restare deluso” (Is 50,7). Evoca anche un ordine che il profeta Ezechiele ricevette da Dio: “Volgi la faccia verso Gerusalemme!” (Ez 21,7). Usando queste espressioni Luca suggerisce che camminando verso Gerusalemme, inizia un’opposizione più dichiarata di Gesù contro il progetto dell’ideologia ufficiale del Tempio di Gerusalemme. L’ideologia del Tempio voleva un Messia glorioso e nazionalista. Gesù vuole essere un Messia Servo. Durante il lungo viaggio, questa opposizione crescerà ed alla fine, termina nell’assunzione (rapimento) di Gesù. L’assunzione di Gesù è la sua morte in Croce, seguita dalla risurrezione.
 
Luca 9,52-53: Fallisce la missione in Samaria. Durante il viaggio, l’orizzonte della missione si allarga. Dopo l’inizio, Gesù oltrepassa le frontiere del territorio e della razza. Manda i suoi discepoli a preparare la sua venuta in un villaggio della Samaria. Ma la missione insieme ai samaritani fallisce. Luca dice che i samaritani non ricevettero Gesù perché andava verso Gerusalemme. Però, se i discepoli avessero detto ai samaritani: “Gesù sta andando verso Gerusalemme per criticare il progetto del tempio e per esigere una maggiore apertura”, Gesù sarebbe stato accettato, poiché i samaritani erano della stessa opinione. Il fallimento della missione si deve, probabilmente, ai discepoli. Loro non capirono perché Gesù “volse la faccia verso Gerusalemme.” La propaganda ufficiale del Messia glorioso e nazionalista impediva loro di intravedere. I discepoli non capirono l’apertura di Gesù e la missione fallì!
 
Luca 9,54-55: Gesù non accetta la richiesta di vendetta. Giacomo e Giovanni non vogliono portare a casa la sconfitta. Non accettano che qualcuno non sia d’accordo con le loro idee. Vogliono imitare Elia ed usare il fuoco per vendicarsi (2 Re 1,10). Gesù rifiuta la proposta. Non vuole il fuoco. Certe Bibbie aggiungono: “Voi non sapete che spirito vi muove!” Significa che la reazione dei discepoli non era dello Spirito di Gesù. Quando Pietro suggerisce a Gesù di non seguire lungo il cammino del Messia Servo, Gesù si rivolge a Pietro chiamandolo Satana (Mc 8,33). Satana è il cattivo spirito che vuole cambiare la rotta della missione di Gesù. Messaggio di Luca per le comunità: coloro che vogliono impedire la missione tra i pagani sono mossi dallo spirito del male!
 
Nei dieci capitoli che descrivono il viaggio fino a Gerusalemme (Lc 9,51 a 19,28), Luca, costantemente, ricorda che Gesù è in cammino verso Gerusalemme (Lc 9,51.53.57; 10,1.38; 11,1; 13,22.33; 14,25; 17,11; 18,31; 18,37; 19,1.11.28). Raramente, dice per dove Gesù andava. Solo qui all’inizio del viaggio (Lc 9,51), in mezzo (Lc 17,11) ed alla fine (Lc 18,35; 19,1), si sa qualcosa riguardo al luogo dove Gesù stava andando. Ciò vale per le comunità di Luca e per tutti noi. Ciò che è sicuro è che dobbiamo camminare. Non possiamo fermarci. Ma non sempre è chiaro e definito per dove passiamo. Ciò che è sicuro è l’obiettivo: Gerusalemme.
______________________________________________________________________________
 
 
6) Per un confronto personale
• Quali sono i problemi che devi affrontare nella tua vita, per la decisione che hai preso di seguire Gesù?
• Cosa impariamo dalla pedagogia di Gesù con i suoi discepoli che volevano vendicarsi dei samaritani?
 
 
 
7) Preghiera finale: Salmo 86
Il Signore è con noi.
 
Sui monti santi egli l’ha fondata;
il Signore ama le porte di Sion
più di tutte le dimore di Giacobbe.
Di te si dicono cose gloriose, 
città di Dio!
 
Iscriverò Raab e Babilonia
fra quelli che mi riconoscono;
ecco Filistea, Tiro ed Etiopia:
là costui è nato.
Si dirà di Sion: 
«L’uno e l’altro in essa sono nati
e lui, l’Altissimo, la mantiene salda».
 
Il Signore registrerà nel libro dei popoli:
«Là costui è nato».
E danzando canteranno:
«Sono in te tutte le mie sorgenti».