domenica 15 agosto 2021: per la preghiera personale e familiare "Lectio divina sulla Liturgia della Parola del giorno"

Dettagli evento

  • domenica | 15 agosto 2021

___________________________________________________________________________________________________________________

Per prendere visione delle Lectio Divine finora pubblicate 

_____________________________________________________________________________________________________________________

Lectio domenica 15 agosto 2021

 
Domenica della Ventesima Settimana del Tempo Ordinario (Anno B)
Assunzione della Beata Vergine Maria
 
1 Lettera ai Corinzi 15, 20 - 26
Luca 1, 39 - 56
 
 
1) Orazione iniziale 
Dio onnipotente ed eterno, che hai innalzato alla gloria del cielo in corpo e anima l’Immacolata Vergine Maria, madre di Cristo tuo Figlio, fa’ che viviamo in questo mondo costantemente rivolti ai beni eterni, per condividere la sua stessa gloria.
 
Celebriamo oggi il mistero dell’Assunzione. Alla fine del suo passaggio sulla terra, la Madre del Redentore, preservata dal peccato e dalla corruzione, è stata elevata nella gloria in corpo e anima vicino a suo Figlio, nel cielo. La tomba vuota di Maria, immagine della tomba vuota di Gesù, significa e prelude alla vittoria totale del Dio della vita sulla morte, quando alla fine del mondo farà sorgere in vita eterna la morte corporale di ognuno di noi unita a quella di Cristo.
______________________________________________________________________________
 
 
2) Lettura: 1 Lettera ai Corinzi 15, 20 - 26
Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita. Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza. È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte, perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi.
 
3) Commento su 1 Lettera ai Corinzi 15, 20 - 26
 Le letture odierne sono tra le più note del Nuovo Testamento eppure non smettono di stupirci per la loro ricchezza e la loro profondità. Su di esse si fonda gran parte del dogma dell'Assunzione che oggi celebriamo.
Paolo sembra spostare l'angolo d'osservazione parlandoci della resurrezione di Cristo. In realtà non è così. La responsabilità e la morte di Adamo vengono riscattati dalla morte e resurrezione del Salvatore. In Maria è presente la nuova Eva: l'Immacolata. Per questo non poteva subire la corruzione della morte. Se Cristo ascende al cielo, Maria viene assunta al cielo anticipando il prodigio che investirà l'intera comunità dei credenti, coloro, cioè, che hanno fatto proprio questo mistero e lo vivono nell'attesa.
 
 Cristo "rimetterà il regno a Dio, il Padre, dopo aver distrutto ogni principato e ogni dominazione e potenza", perché in esse non regna l'umiltà voluta da Dio. Per questo si metterà sotto i piedi tutti i suoi nemici e "l'ultimo nemico a essere eliminato sarà la morte", che sarà Egli il primo a vincere. In questo è una primizia e per questo "è davvero risorto dai morti", sorte alla quale siamo predestinati.
______________________________________________________________________________
 
 
4) Lettura: dal Vangelo secondo Luca 1, 39 - 56
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». 
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
 
5) Riflessione sul Vangelo secondo Luca 1, 39 - 56
 Questa festa presenta tantissime sfaccettature, ma è essenzialmente la festa dell'umiltà e della grandezza della Vergine Maria. Il racconto di Luca ribadisce ripetutamente questi convincimenti. Il Signore "ha rivolto gli occhi alla bassezza della sua serva".
La più umile fra tutte le creature che, però, "ha creduto nell'adempimento di ciò che le è stato detto". Di un'umiltà sollecita che la spinge a mettersi in viaggio per servire la cugina Elisabetta che la accoglie esultando: "Benedetta sei tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno!", sorprendendosi del privilegio che le tocca, di essere servita dalla madre del Redentore.
Anche Maria risponde esultando nel Signore e proclamando il Magnificat. È l'esultanza di chi ha scoperto che solo Dio è "mio Salvatore" e per aver umilmente accettato il suo disegno "d'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata". Una profezia sgorga da un cuore puro e umile sfidando le cattiverie dei secoli che, però, non potranno mai avere il sopravvento. È sempre quel Salvatore, infatti, che con la sua potenza divina "ha disperso i superbi con i disegni del loro cuore e
ha rovesciato i potentati dai loro troni". Malgrado le difficoltà che la Chiesa potrà attraversare, è qui presente la promessa che il Cristo farà in seguito: "le porte degli inferi non prevarranno".
Maria, in questo suo personale Exultet, ritorna sull'umiltà. Non le basta essersi definita serva del Signore. L'umiltà deve essere la caratteristica di quanti credono in Dio che, se ha rovesciato i superbi, "ha innalzato gli umili, ha colmato di beni gli affamati e ha rimandato a mani vuote i ricchi", quelli, cioè, che contano solo sulle forze umane e rifiutano la volontà di Dio. Costoro, nella loro presunzione, rifiutano la misericordia di Dio che, invece, si riversa abbondante "di generazione in generazione, su coloro che lo temono". È questa la grandezza di Dio che non si stanca di soccorrere quanti lo temono, come ha fatto con "Israele, suo servo".
 
 Ave, piena di grazia.
L'angelo la saluta "piena di grazia", irrorata e fecondata dallo Spirito Santo è lei la prescelta da Dio per diventare la Madre del Salvatore. Diventa lei l'altare e il talamo dove nasce il Figlio di Dio. È lei la perfetta discepola che adempie fino ai piedi della croce la sua solenne promessa di fedeltà: "si compia in me secondo la tua parola". Lei diventa Madre e resta sempre Vergine. Già santa ed immacolata, preservata dal peccato originale in vista della sua particolarissima missione, viene ulteriormente adornata di luce e di grazia dalla presenza viva del suo unigenito, il Signore Gesù. Sul Calvario assume per volere dello stesso suo Figlio il compito di essere la madre di tutti i credenti, la madre della chiesa, un compito universale che la innesta indissolubilmente alla redenzione. Tutto questo è l'opera mirabile di Dio su Maria che trova l'apice, il culmine, la logica conclusione nella sua assunzione al cielo in anima e corpo. Lo stesso amore che l'ha resa madre, ora l'attrae verso il Cielo. Ora ci appare come la donna vestita di sole, come colei che in modo speciale partecipa alla gloria della risurrezione. È accolta ed innestata nella trinità divina, Lei ci sollecita a pensare ad una chiesa splendente come Lei, a vedere la nostra meta meno lontana a pregustare la gloria riservati agli eletti di Dio. La onoriamo come Madre e regina del cielo e della terra nella gloria dei santi. La ammiriamo come modello eccelso di santità, la desideriamo come Madre, la invochiamo come nostra avvocata e madre di misericordia. Come Gesù anche lei, la madre ci ripete per alimentare la nostra fiducia, vado a prepararvi un posto perché anche voi siete chiamati alla mia stessa meta, siete destinati alla vittoria.
 
 
 
 
 Siamo germogli di luce nel mondo.
L'Assunzione di Maria al cielo in anima e corpo è l'icona del nostro futuro, anticipazione di un comune destino: annuncia che l'anima è santa, ma che il Creatore non spreca le sue meraviglie: anche il corpo è santo e avrà, trasfigurato, lo stesso destino dell'anima. Perché l'uomo è uno.
I dogmi che riguardano Maria, ben più che un privilegio esclusivo, sono indicazioni esistenziali valide per ogni uomo e ogni donna. Lo indica benissimo la lettura dell'Apocalisse: vidi una donna vestita di sole, che stava per partorire, e un drago.
Il segno della donna nel cielo evoca santa Maria, ma anche l'intera umanità, la Chiesa di Dio, ciascuno di noi, anche me, piccolo cuore ancora vestito d'ombre, ma affamato di sole. Contiene la nostra comune vocazione: assorbire luce, farsene custodi (vestita di sole), essere nella vita datori di vita (stava per partorire): vestiti di sole, portatori di vita, capaci di lottare contro il male (il drago rosso). Indossare la luce, trasmettere vita, non cedere al grande male.
La festa dell'Assunta ci chiama ad aver fede nell'esito buono, positivo della storia: la terra è incinta di vita e non finirà fra le spire della violenza; il futuro è minacciato, ma la bellezza e la vitalità della Donna sono più forti della violenza di qualsiasi drago.
Il Vangelo presenta l'unica pagina in cui sono protagoniste due donne, senza nessun'altra presenza, che non sia quella del mistero di Dio pulsante nel grembo. Nel Vangelo profetizzano per prime le madri.
«Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo». Prima parola di Elisabetta, che mantiene e prolunga il giuramento irrevocabile di Dio: Dio li benedisse (Genesi 1,28), e lo estende da Maria a ogni donna, a ogni creatura. La prima parola, la prima germinazione di pensiero, l'inizio di ogni dialogo fecondo è quando sai dire all'altro: che tu sia benedetto. Poterlo pensare e poi proclamare a chi ci sta vicino, a chi condivide strada e casa, a chi porta un mistero, a chi porta un abbraccio: «Tu sei benedetto», Dio mi benedice con la tua presenza, possa benedirti con la mia presenza.
«L'anima mia magnifica il Signore». Magnificare significa fare grande. Ma come può la piccola creatura fare grande il suo Creatore? Tu fai grande Dio nella misura in cui gli dai tempo e cuore. Tu fai piccolo Dio nella misura in cui Lui diminuisce nella tua vita.
Santa Maria ci aiuta a camminare occupati dall'avvenire di cielo che è in noi come un germoglio di luce. Ad abitare la terra come lei, benedicendo le creature e facendo grande Dio.
______________________________________________________________________________
 
 
6) Alcune domande per aiutarci nella meditazione e nella orazione
- Siamo del parere che l'Assunzione è il riflesso della Pasqua, il sole che brilla senza la quale non ci sarebbe più Pasqua?
- Veramente la Chiesa, annunciando l'assunzione di Maria, ci invita a riconfermare la nostra fede nell'onnipotenza di Dio?
- La festività dell'Assunzione ci porta a riflettere sul senso del nostro esistere: veniamo da Dio e verso di Lui andiamo?
- Nelle nostre preghiere ci ricordiamo di ringraziare la Vergine Maria per averci dato suo Figlio?
- Per noi l'ascolto della Parola è il momento più importante delle nostre giornate o spesso ce ne dimentichiamo? Quando invece l'ascoltiamo sappiamo meditarla nel silenzio del nostro cuore?
 
 
7) Preghiera: Salmo 44
Risplende la regina, Signore, alla tua destra.
 
Figlie di re fra le tue predilette;
alla tua destra sta la regina, in ori di Ofir.
 
Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio:
dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre.
 
Il re è invaghito della tua bellezza.
È lui il tuo signore: rendigli omaggio.
 
Dietro a lei le vergini, sue compagne,
condotte in gioia ed esultanza,
sono presentate nel palazzo del re.
 
 
8) Orazione Finale
O Padre, contemplando il mistero di Maria, associata in corpo e anima al trionfo di Cristo salvatore, ci sentiamo famiglia, ci sentiamo figli che chiedono il tuo aiuto, sicuri che le nostre suppliche saranno ascoltate e accolte.