giovedì 22 luglio 2021: per la preghiera personale e familiare "Lectio divina sulla Liturgia della Parola del giorno"

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  • giovedì | 22 luglio 2021

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Lectio giovedì 22 luglio 2021

 
Giovedì della Sedicesima Settimana del Tempo Ordinario (Anno B)
Santa Maria Maddalena
 
2 Lettera ai Corinzi 5, 14 - 17
Giovanni 20, 1-2. 11-18
 
 
1) Orazione iniziale
Dio onnipotente ed eterno, il tuo Figlio ha voluto affidare a Maria Maddalena il primo annunzio della gioia pasquale; fa’ che per il suo esempio e la sua intercessione proclamiamo al mondo il Signore risorto, per contemplarlo accanto a te nella gloria.
 
Accanto alla Vergine Madre, Maria Maddalena fu tra le donne che collaborarono all’apostolato di Gesù (Lc 8, 2-3) e lo seguirono fino alla croce (Gv 19, 25) e al sepolcro (Mt 27, 61). Secondo la testimonianza dei vangeli, ebbe il privilegio della prima apparizione di Gesù risorto e dallo stesso Signore ricevette l’incarico dell’annunzio pasquale ai fratelli (Mt 28, 9-10); Gv 20, 11-18). 
Il cardinale Carlo Maria Martini al riguardo commentava: «Avremmo potuto immaginare altri modi di presentarsi. Gesù sceglie il modo più personale e il più immediato: l’appellazione per nome. Di per sé non dice niente perché “Maria” può pronunciarlo chiunque e non spiega la risurrezione e nemmeno il fatto che è il Signore a chiamarla. Tutti però comprendiamo che quell’appellazione, in quel momento, in quella situazione, con quella voce, con quel tono, è il modo più personale di rivelazione e che non riguarda solo Gesù, ma Gesù nel suo rapporto con lei. Egli si rivela come il suo Signore, colui che lei cerca». 
La sua memoria è ricordata il 22 luglio nel martirologio di Beda e dai Siri, dai Bizantini e dai Copti.
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2) Lettura: 2 Lettera ai Corinzi 5, 14 - 17
Fratelli, l’amore del Cristo ci possiede; e noi sappiamo bene che uno è morto per tutti, dunque tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro. 
Cosicché non guardiamo più nessuno alla maniera umana; se anche abbiamo conosciuto Cristo alla maniera umana, ora non lo conosciamo più così. Tanto che, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove.
 
3) Commento su 2 Lettera ai Corinzi 5, 14 - 17
 "Se uno è in Cristo è una nuova creatura. Le cose vecchie sono passate ecco, ne sono nate di nuove" (2 Cor. 5,17) - Come vivere questa Parola?
Significativo che il provvido Amore di Dio ci affida questa "PAROLA" di vita nuova alla vigilia del periodo estivo includente, più o meno, le vacanze sempre nuove e bene accolte.
È parola di novità perché vuol renderci più che mai consapevoli che la bellezza la forza il valore infinitamente grande della nostra vita è "appartenere" a Cristo, anzi - come dice San Paolo - "ESSERE IN CRISTO".
Tu benedici il giorno in cui hai capito qualcosa di questa particella "IN". Essere IN cordata (scalando un monte) essere IN cielo (volando sull'aereo) essere IN mare (nuotando felice) essere IN campagna, essere IN colloquio d'amicizia, essere IN adorante silenzio.
Ecco soppeso il molteplice ricco senso di questo "IN" e aggiungo: SE UNO È IN CRISTO. 
Il salto di qualità e di forza è grande. Così mi spiego quell'affermazione che dice: "SE SEI IN CRISTO SEI UNA NUOVA CREATURA".
È novità di bello, di buono l'essere in Cristo! 
L'essere in Lui è certezza di vita che non muore.
O Gesù che hai detto di essere la VITA: quella che non finisce, fa' che il mio esistere sia talmente radicato in Te che io non possa cedere a quella che è bruttura - decrepitezza di tutto l'essere: il peccato. A vent'anni come a novanta, dammi un cuore NUOVO ogni mattina, perché ogni giorno tu mi consegni la Tua Parola che salva: AMA! Esercitati nel voler bene a tutti, beneficando ognuno con quella NOVITÀ di simpatia di affetto di sorriso di comprensione di aiuto che fa nuovo il mondo e, in esso, il mio sempre nuovo IN Te che mi abilita ad amare.
Ecco la voce di Papa Francesco (25 gennaio 2017): Se uno è in Cristo e creatura nuova. È la rivoluzione che Paolo ha vissuto, ma è la rivoluzione cristiana di sempre: non vivere più per noi stessi, per i nostri interessi e ritorni di immagine, ma ad immagine di Cristo, per Lui e secondo Lui, col suo amore e nel suo amore. È un invito anche ad uscire da ogni isolamento, a superare la tentazione dell'autoreferenzialità, che impedisce di cogliere ciò che lo Spirito Santo opera al di fuori dei propri spazi. 
 
 Da che esiste il mondo, l'uomo che vi abita si sente attratto da ciò che è nuovo. 
Proprio nella misura in cui la sua vita si radica sempre più negli insegnamenti del Signore, cioè nel suo Vangelo, la novità che attrae l'uomo è quella che è al centro del suo insegnamento: il pressante invito a vivere l'amore di Dio e del prossimo.
È bello costatare che chi entra in questa via dell'amore non è più soggetto a scoraggiamenti, delusioni e depressioni. Decidersi di immergere nell'amore quello che siamo desideriamo e operiamo, fa davvero nuova la vita. 
Pensiamo in questo momento a Federica Picchi Roncali che da imprenditrice laicista è giunta a fondare la Dominus production, con una missione importante e sempre nuova: quella di diffondere storie vere di umana virtù?
Dammi, Signore di vivere i miei impegni dentro la continua novità che viene dalla Tua Parola e io stessa ogni giorno sarò nuova nella luce e nella forza della Tua Parola.
Ecco la voce di una imprenditrice italiana Federica Picchi Roncali: Credo che la forza di qualsiasi cristiano sia la Santa Messa quotidiana e la meditazione della Parola di Dio.
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4) Lettura: dal Vangelo di Giovanni 20, 1-2. 11-18
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». 
Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.
 
5) Riflessione sul Vangelo di Giovanni 20, 1-2. 11-18
 Rabbunì! Maestro!
Su Maria Maddalena, iconografia, letteratura e quant'altro si sono sbizzarriti nel delineare il personaggio, spesso confondendolo con altre Marie dei vangeli. Oggi, la liturgia ce la presenta nella scena del "giorno dopo il sabato", tratteggiata nel vangelo di Giovanni. È un momento pieno di pathos e di drammaticità, in cui pianto, dolore, ricerca, delusione, gioia si mescolano a formare un quadro quanto mai realistico. Nel corso del racconto, scopriamo il percorso non solo di fede, ma umano di ognuno di noi e scorgiamo, come nell'arco di poco tempo, vengano racchiuse tutte le espressioni interne ed esteriori dell'agire dell'uomo. Maria Maddalena così, da personaggio pio e che la devozione ha trasformato rendendolo alquanto languido, può assurgere a donna forte, a modello di umanità. In lei e con lei ogni persona può esclamare: "Rabbunì", riconoscendo e accogliendo il Cristo come il Signore della vita e come Colui che ci fa partecipi della sua missione salvifica. Ci insegna la forza di cercare il Signore. E lui ci mostra che, anche quando i nostri occhi non lo riconoscono, non lo vedono, egli è sempre con noi.
Maria di Magdala stava presso il sepolcro e piangeva. Mentre piangeva si chinò verso il sepolcro e vide all’interno, dove era stato posto il corpo di Gesù, due angeli in bianche vesti. Ed essi le dissero: “Donna, perché piangi?”. Rispose loro: “Hanno portato via il mio Signore”. La risposta non c’è, ma lei vede dietro a sé un altro uomo, a cui fa la stessa domanda. Ma l’incontro fra i due ancora non avviene. Lei cerca appassionatamente il cadavere del suo amato Maestro, lui cerca una persona, Maria. Agostino avrebbe detto: “Signore, io ti cerco, perché, tu, mi cerchi!” Ma non appena Gesù la chiama per nome, Maria lo riconosce: cade come un velo dai suoi occhi, il cuore intuisce e lo chiama con tutto il trasporto della sua anima: Maestro! Nella sua qualità di buon pastore, Gesù conosce le sue pecore, una ad una nel profondo del loro essere e le chiama per nome, perché gli appartengono, e le vuole incontrare così come sono. Prima che fosse chiamata per nome Maria lo vedeva come si vede un giardiniere, appena si è sentita chiamare, lo ha visto come Signore della sua vita. Dal primo al secondo momento Gesù non era cambiato, si era illuminata la sua fede per la parola rivoltale, per cui vide. La risurrezione da un fatto fisico ora, per lei, era diventata un avvenimento dell’anima. Si pensa molto al primo miracolo, poco al secondo, cioè all’evento di fede, che è invece quello che direttamente ci riguarda, e ci tocca spesso. “Va’ dai miei fratelli e dì loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”. È il primo annuncio pasquale che Maria deve portare ai fratelli. E nell’annuncio vi è anche espressa la nuova condizione dei credenti: il Padre di Gesù diventa Padre loro, il Dio che ha strappato Gesù dal regno dei morti diventa il Dio della loro salvezza.
 
 Il vangelo di oggi ci presenta l’apparizione di Gesù a Maria Maddalena, la cui festa celebriamo oggi. La morte di Gesù, il suo grande amico, le fa perdere il senso della vita. Ma non smette di cercarlo. Va al sepolcro per incontrare di nuovo colui che la morte le aveva rubato. Ci sono momenti nella vita in cui crolla tutto. Sembra che tutto è finito. Morte, disastri, dolori, delusioni, tradimenti! Tante cose che possono farci perdere la terra sotto i piedi e produrre in noi una crisi profonda. Ma può succedere anche qualcosa di diverso. Improvvisamente, l’incontro con un’amicizia può ridare senso alla nostra vita e farci scoprire che l’amore è più forte della morte e della sconfitta. Nel modo in cui viene descritta l’apparizione di Gesù a Maria Maddalena scorgiamo le tappe del suo percorso, dalla ricerca dolorosa dell’amico morto all’incontro con il risorto. Sono anche le tappe che percorriamo noi tutti, lungo la vita, alla ricerca di Dio e nel vissuto del vangelo È il processo di morte e di resurrezione che si prolunga giorno dopo giorno.
 
 Giovanni 20,1: Maria Maddalena va al sepolcro. C’era un amore profondo tra Gesù e Maria Maddalena. Lei fu una delle poche persone che ebbero il coraggio di rimanere con Gesù fino all’ora della sua morte in croce. Dopo il riposo obbligatorio del sabato, lei ritornò al sepolcro, per stare nel luogo dove aveva incontrato l’Amato per l’ultima volta. Ma, con sua grande sorpresa, il sepolcro era vuoto!
 
 Giovanni 20,11-13: Maria Maddalena piange, ma cerca. Piangendo, Maria Maddalena si inchina e guarda nel sepolcro, dove vede due angeli vestiti di bianco, seduti nel luogo dove era stato collocato il corpo di Gesù, uno alla testa l’altro ai piedi del sepolcro. Gli angeli le chiedono: “Perché piangi? " Risposta: "Hanno portato via il mio signore e non so dove l’hanno messo!" Maria Maddalena cerca il Gesù che lei ha conosciuto, lo stesso con cui aveva vissuto tre anni.
 
 Giovanni 20,14-15: Maria Maddalena parla con Gesù senza riconoscerlo. I discepoli di Emmaus videro Gesù, ma non lo riconobbero (Lc 24,15-16). Lo stesso avviene con Maria Maddalena. Lei vede Gesù, ma non lo riconosce. Pensa che è il custode del giardino. Anche Gesù chiede, come hanno fatto gli angeli: "Perché piangi?" Ed aggiunge: "Chi stai cercando?" Risposta: "Se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto ed io andrò a prenderlo!" Lei cerca ancora il Gesù del passato, lo stesso di tre giorni prima. L’immagine di Gesù del passato impedisce che lei riconosca il Gesù vivo, presente dinanzi a lei.
 Giovanni 20,16: Maria Maddalena riconosce Gesù. Gesù pronuncia il nome "Maria!" (Miriam) Ecco il segno di riconoscimento: la stessa voce, lo stesso modo di pronunciare il nome. Lei risponde: "Maestro!" (Rabuni) Gesù si volta. La prima impressione è che la morte non è stata che un incidente doloroso di percorso, ma che ora tutto è ritornato come prima. Maria abbraccia Gesù con forza. Era lo stesso Gesù che era morto in croce, lo stesso che lei aveva conosciuto ed amato. Qui avviene ciò che Gesù dice nella parabola del Buon Pastore: "Lui le chiama per nome e loro conoscono la sua voce". - "Io conosco le mie pecore, e le mie pecore mi conoscono! (Gv 10,3.4.14).
 
 Giovanni 20,17: Maria Maddalena riceve la missione di annunciare la risurrezione agli apostoli. Infatti, è lo stesso Gesù, ma il modo di stare con lei non è lo stesso. Gesù le dice: "Non mi trattenere perché non sono ancora salito al Padre!" Gesù va a stare insieme al Padre. Maria Maddalena non lo deve trattenere e deve assumere la sua missione: “Ma va’ dai miei fratelli e dì loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro. Chiama i discepoli “miei fratelli”. Salendo al Padre, Gesù ci apre il cammino per farci stare vicino a Dio. “Voglio che loro stiano con me dove io sto” (Gv 17,24; 14,3).
 
 Giovanni 20,18: La dignità e la missione di Maria Maddalena e delle donne. Maria Maddalena viene chiamata discepola di Gesù (Lc 8,1-2); testimone della sua crocifissione (Mc 15,40-41; Mt 27,55-56; Jo 19,25), della sua sepoltura (Mc 15,47; Lc 23,55; Mt 27,61), e della sua risurrezione (Mc 16,1-8; Mt 28,1-10; Lc 24,1-10; Gv 20,1.11-18). Ed ora riceve l’ordine, le viene ordinato, di andare dai Dodici ad annunciare che Gesù è vivo. Senza questa Buona Novella della Risurrezione, le sette lampade dei sacramenti si spegnerebbero (Mt 28,10; Jo 20,17-18). 
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6) Alcune domande per aiutarci nella meditazione e nella orazione
• Tu hai avuto un’esperienza che ha prodotto in te la sensazione di perdita e di morte? Cosa ti ha dato nuova vita e ti ha ridato la speranza e la gioia di vivere?
• Maria Maddalena cercava Gesù in un certo modo e lo incontrò di nuovo in un altro modo. Come avviene oggi questo nella nostra vita?
 
 
7) Preghiera: Salmo 62
Ha sete di te, Signore, l’anima mia.
 
O Dio, tu sei il mio Dio,
dall’aurora io ti cerco,
ha sete di te l’anima mia,
desidera te la mia carne
in terra arida, assetata, senz’acqua.
 
Così nel santuario ti ho contemplato,
guardando la tua potenza e la tua gloria.
Poiché il tuo amore vale più della vita,
le mie labbra canteranno la tua lode.
 
Così ti benedirò per tutta la vita:
nel tuo nome alzerò le mie mani.
Come saziato dai cibi migliori,
con labbra gioiose ti loderà la mia bocca.
 
Quando penso a te che sei stato il mio aiuto,
esulto di gioia all’ombra delle tue ali.
A te si stringe l’anima mia: la tua destra mi sostiene.