Per la preghiera personale e familiare: Lectio divina sulla Liturgia della Parola del giorno - lunedì 19 aprile 2021

Dettagli evento

  • lunedì | 19 aprile 2021

___________________________________________________________________________________________________________________

Per prendere visione delle Lectio Divine finora pubblicate 

_____________________________________________________________________________________________________________________

Lectio lunedì 19 aprile 2021

 
Lunedì della Terza Settimana di Pasqua (Anno B)
 
Atti degli Apostoli 6, 8 - 15
Giovanni 6, 22 - 29
 
 
1) Orazione iniziale 
O Dio, che manifesti agli erranti la luce della tua verità, perché possano tornare sulla retta via, concedi a tutti coloro che si professano cristiani di respingere ciò che è contrario a questo nome e di seguire ciò che gli è conforme.
______________________________________________________________________________
 
 
2) Lettura: Atti degli Apostoli 6, 8 - 15
In quei giorni, Stefano, pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e segni tra il popolo.
Allora alcuni della sinagoga detta dei Liberti, dei Cirenèi, degli Alessandrini e di quelli della Cilìcia e dell’Asia, si alzarono a discutere con Stefano, ma non riuscivano a resistere alla sapienza e allo Spirito con cui egli parlava. Allora istigarono alcuni perché dicessero: «Lo abbiamo udito pronunciare parole blasfeme contro Mosè e contro Dio». E così sollevarono il popolo, gli anziani e gli scribi, gli piombarono addosso, lo catturarono e lo condussero davanti al sinedrio.
Presentarono quindi falsi testimoni, che dissero: «Costui non fa che parlare contro questo luogo santo e contro la Legge. Lo abbiamo infatti udito dichiarare che Gesù, questo Nazareno, distruggerà questo luogo e sovvertirà le usanze che Mosè ci ha tramandato». E tutti quelli che sedevano nel sinedrio, fissando gli occhi su di lui, videro il suo volto come quello di un angelo.
 
3) Commento su Atti degli Apostoli 6, 8 – 15
 Ed ecco che Stefano si trova davanti allo stesso sinedrio che già aveva condannato Gesù, Pietro, Giovanni, e tutti gli apostoli. È accusato di due gravi reati: quello contro il Tempio e quello contro la legge di Mosè. È buffo notare come i capi dei sacerdoti sembravano avere un grande zelo per la casa di Dio... ma il loro zelo non era altro che disgustosa apparenza; in realtà la loro preoccupazione era quella di non perdere la “poltrona”. Ci ricorda forse qualcuno nelle nostre comunità?... Assolutamente no!!!
La realtà è che i veri discepoli si trovano a vivere, come Stefano, in mezzo a un mondo ostile a Gesù anche tra chi dovrebbe testimoniarlo alla grande… 
Il fatto è che il diavolo non sopporta che il Vangelo, quello di Cristo e non quello che qualcuno oggi cerca di cambiare, abbia successo. Allora succede che chi cerca di vivere secondo gli insegnamenti e gli esempi di Gesù viene perseguitato quotidianamente. La luce che emana un vero discepolo suscita due reazioni: l'accoglienza o il respingimento… o un cuore lascia entrare la grazia o si chiude e la respinge; chi chiude il proprio cuore di solito reagisce con rabbia verso chi, come Stefano, emana Luce, perché la luce mette inevitabilmente in evidenza le tenebre di coloro che amano più le tenebre che la luce. Quando qualcuno, per orgoglio o supponenza, non vuole riconoscere la saggezza di un discorso, di un modo diverso di vedere le cose o non vuole imitare un comportamento più perfetto, allora attacca l'avversario con false accuse, accuse che sono soprattutto lo specchio dei propri difetti e delle proprie miserie.
 
 Viene in mente Santa Teresa d'Avila che al capitolo 21 del libro della "Vita scritta da lei stessa" dice così:
"È ormai impossibile continuare a vivere tra tanti intrighi, specialmente quando vi sia di mezzo l'interesse! Felice l’anima a cui Dio fa conoscere la verità! Come questo stato sarebbe stato adatto per i Re! Come sarebbe per essi più vantaggioso che non la conquista di un dominio! Quanta giustizia si vedrebbe nel loro regno! Quanti mali s'impedirebbero, e si sarebbero impediti! Qui non si teme di perdere, per amore di Dio, né la vita né l'onore. Anzi, questo per i Re sarebbe il maggior bene, perché a diffondere l'onore di Dio essi sono più obbligati dei loro sudditi, ai quali non spetta infine che seguirli. Per propagare anche solo di poco la fede e illuminare alquanto gli eretici sarebbero pronti - e ragionevolmente - a sacrificare mille imperi: in tal modo guadagnerebbero un regno senza fine, e per una goccia sola di quest'acqua riterrebbero per abominevoli tutti i beni della terra. Che ne sarebbe, poi, se in quest'acqua si sommergessero del tutto?".
Preghiamo allora il buon Dio perché ci aiuti a essere persone che riflettono sempre più la Sua luce, preghiamolo di donarci la sua sapienza. 
 
 Proviamo a fare dei sacrifici, a cambiare qualche brutto atteggiamento, ad esempio: sarebbe bello diventare persone più buone e sincere, persone che accettano il confronto in modo sereno e non conflittuale; persone che sanno anche ascoltare, che non mettono sempre al primo posto, i propri pareri, le proprie esigenze, i propri comodi... a cui tutti devono ad ogni costo servire; persone che sono attente anche alle giuste esigenze dei fratelli, persone che temono come la peste di offenderli; i cattivi invece spesso offendono e poi fanno come se niente fosse successo. Evitiamo di parlare d’amore se non siamo capaci di amare, di perdono e di misericordia se non perdoniamo; evitiamo di considerarci vittime incomprese con la pretesa di estorcere scuse che non ci sono affatto dovute, evitiamo di dominare sulle persone... ma soprattutto cerchiamo di eliminare il delirio di onnipotenza, perché il mondo va avanti anche senza di noi, e a volte anche meglio… chi lo sa!!!
Che senso ha andare in chiesa per odorare il povero Gesù Bambino se poi non cerchiamo di essere poveri come Lui, se non ci sforziamo di spogliarci del nostro io, delle nostre errate convinzioni, della nostra supponenza?... 
Proviamo ad essere dei bravi atleti come dice San Paolo, atleti che guardano avanti, che cercano di correggersi, che nella mano destra tengono una fiaccola che si chiama fiducia in Dio, una fiducia sempre accesa anche quando ci sentiamo stanchi e sconsolati, perché con Gesù al nostro fianco nessuna intemperia o tempesta potrà mai abbatterci.
______________________________________________________________________________
 
 
4) Lettura: dal Vangelo secondo Giovanni 6, 22 - 29
Il giorno dopo, la folla, rimasta dall’altra parte del mare, vide che c’era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie. Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
 
5) Riflessione sul Vangelo secondo Giovanni  6, 22 - 29
 Chi cerca la verità cerca Dio, che lo sappia o no…
Nel dialogo che si instaura tra Gesù e i giudei dopo aver visto loro operare da Lui la moltiplicazione dei pani, Egli introduce lo stupendo discorso sul pane della vita, ma prima rivela loro le intenzioni dei loro cuori. Santa Teresa Benedetta della Croce - Edith Stein - ha affermato: "Chi cerca la verità cerca Dio, che lo sappia o no". La ricerca di verità ci conduce inevitabilmente a Gesù e, ugualmente, l'incontro con Lui, Sapienza incarnata, ci pone dinanzi alla verità di noi stessi e della nostra storia. Per incontrare la Verità e capirla, bisogna cominciare da se stessi, mettere ordine dentro di noi. Cristo ci pone sempre dinanzi alla verità di noi stessi, ma lo fa con la discrezione e la volontà di amore che gli sono proprie e con cui orienta la nostra attenzione verso ciò che realmente conta e ci è necessario nel cammino della vita. Egli ci svela che il bisogno del pane terreno nasconde il vero bisogno dell'uomo: quello di essere salvato e di incamminarsi verso la sua meta, cioè la vita eterna nella gloria di Dio. L'invito a cercare un cibo che non perisce è dunque l'invito a cercare rettamente Cristo stesso, vero Pane disceso dal Cielo. È lui presente nei suoi misteri e vivo nei suoi sacramenti, il Segno vero ed efficace donatoci dal Padre, che aspetta la risposta di una fede sincera e operativa, feconda di carità. È questa la vera opera da compiere, accogliere la salvezza offertaci da Dio, credendo nel Signore Gesù senza lasciarci scandalizzare dalla Croce, strumento di redenzione e di liberazione totale dal giogo del male e della morte. Nella prima lettura Stefano dà testimonianza appunto di questa fede colma di sapienza divina che non teme di proferire parole di verità e di affrontare la croce, nella certezza di andare incontro alla luce e all'Amore eterno, sull'esempio di Cristo che "in cambio della gioia che gli era posta innanzi, si sottopose alla croce, disprezzando l'ignominia e si è assiso alla destra del trono di Dio".
 
 Nel vangelo di oggi iniziamo la riflessione sul Discorso del Pane di Vita (Gv 6,22-71), che si prolunga durante i prossimi sei giorni, fino alla fine di questa settimana. Dopo la moltiplicazione dei pani, la gente segue Gesù. Avevano visto il miracolo, si erano saziati e volevano di più! Non si preoccupavano di cercare il segno o la chiamata di Dio che c’era in tutto questo. Quando la gente incontrò Gesù nella sinagoga di Cafarnao, ebbe con la gente una lunga conversazione, chiamata il Discorso del Pane di Vita. Non è veramente un discorso, ma si tratta di un insieme di sette brevi dialoghi che spiegano il significato della moltiplicazione dei pani, simbolo del nuovo Esodo e della Cena Eucaristica.
 
 È bene tener presente la divisione del capitolo per poterne capire meglio il significato:
6,1-15: la grande moltiplicazione dei pani
6,16-21: l’attraversamento del lago, e Gesù che cammina sulle acque
6,22-71: il dialogo di Gesù con la gente, con i giudei e con i discepoli
1º dialogo: 6,22-27  con la gente: la gente cerca Gesù e lo incontra a Cafarnao
2º dialogo: 6,28-34  con la gente: la fede come opera di Dio e la manna nel deserto
3º dialogo: 6,35-40  con la gente: il pane vero è fare la volontà di Dio
4º dialogo: 6,41-51  con i giudei: mormorazioni dei giudei
5º dialogo: 6,52-58  con i giudei: Gesù e i giudei
6º dialogo: 6,59-66  con i discepoli: reazione dei discepoli
7º dialogo: 6,67-71  con i discepoli: confessione di Pietro
 
 La conversazione di Gesù con la gente, con i giudei e con i discepoli è un bel dialogo, ma esigente. Gesù cerca di aprire gli occhi della gente in modo che impari a leggere gli eventi e scopra in essi la svolta che deve prendere nella vita. Perché non basta andare dietro i segni miracolosi che moltiplicano il pane per il corpo. Non di solo pane vive l’uomo. La lotta per la vita senza una mistica non raggiunge la radice. Mentre conversa con Gesù, la gente rimane sempre più contrariata dalle sue parole. Ma Gesù non cede, né cambia le esigenze. Il discorso sembra un imbuto. Nella misura in cui la conversazione va avanti, sempre meno gente rimane con Gesù. Alla fine rimangono i dodici, ma Gesù non può avere fiducia nemmeno in loro! Oggi avviene la stessa cosa. Quando il vangelo comincia ad esigere impegno, molta gente si allontana.
 
 Giovanni 6,22-27: La gente cerca Gesù perché vuole più pane. La gente va dietro a Gesù. Vede che non è salito in barca con i discepoli e, per questo, non capisce come aveva fatto per giungere a Cafarnao. Non capì nemmeno il miracolo della moltiplicazione dei pani. La gente vede ciò che è accaduto, ma non riesce a capire tutto questo come un segno di qualcosa di molto più profondo. Si ferma alla superficie: nella sazietà del cibo. Cerca pane e vita, però solamente per il corpo. Secondo la gente, Gesù fa ciò che Mosè aveva fatto nel passato: dare cibo a tutti nel deserto. Seguendo Gesù, loro volevano che il passato si ripetesse. Ma Gesù chiede alla gente di fare un passo avanti. Oltre a lavorare per il pane temporaneo, devono lavorare per l’alimento imperituro. Questo nuovo alimento sarà dato dal Figlio dell’Uomo, indicato da Dio stesso. Lui porta la vita che dura per sempre. Lui ci apre per noi un nuovo orizzonte sul senso della vita e su Dio.
 
 Giovanni 6,28-29: Qual è l’opera di Dio? La gente chiede: Cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio? Gesù risponde che la grande opera di Dio ci chiede di “credere all’’inviato da Dio”. Ossia, credere in Gesù! 
______________________________________________________________________________
 
 
 
6) Per un confronto personale
• La gente aveva fame, mangia il pane e cerca più pane. Cerca il miracolo e non cerca il segno di Dio che in esso si nascondeva. Cosa cerca di più nella mia vita: il miracolo o il segno?
• Per un istante, fai silenzio dentro di te e chiediti: “Credere a Gesù: cosa significa questo per me ben concretamente nella mia vita di ogni giorno?”
 
 
7) Preghiera finale: Salmo 118
Beato chi cammina nella legge del Signore.
 
Anche se i potenti siedono e mi calunniano,
il tuo servo medita i tuoi decreti.
I tuoi insegnamenti sono la mia delizia:
sono essi i miei consiglieri.
 
Ti ho manifestato le mie vie e tu mi hai risposto;
insegnami i tuoi decreti.
Fammi conoscere la via dei tuoi precetti
e mediterò le tue meraviglie.
 
Tieni lontana da me la via della menzogna,
donami la grazia della tua legge.
Ho scelto la via della fedeltà,
mi sono proposto i tuoi giudizi.