Per la preghiera personale e familiare: Lectio divina sulla Liturgia della Parola del giorno - giovedì 25 marzo 2021

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  • giovedì | 25 marzo 2021

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Lectio giovedì 25 marzo 2021

 
Giovedì della Quinta Settimana di Quaresima (Anno B)
Annunciazione del Signore
 
Lettera agli Ebrei 10, 4 - 10
Luca 1, 26 - 38
 
 
1) Orazione iniziale
O Padre, tu hai voluto che il tuo Verbo si facesse uomo nel grembo della Vergine Maria: concedi a noi, che adoriamo il mistero del nostro Redentore, vero Dio e vero uomo, di essere partecipi della sua vita immortale.
 
Assolutamente straordinario è che Dio non solo si avvicina a Maria, ma le offre il proprio Figlio eterno perché divenga il suo Figlio. Come è possibile che il “Figlio dell’Altissimo” diventi suo Figlio? “Lo Spirito Santo scenderà su di te”. Come scese sul caos, in occasione della creazione, lo Spirito Santo scenderà su Maria e il risultato sarà una nuova creazione. L’albero appassito della storia fiorirà di nuovo. “Maria disse: Eccomi sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. Nell’Annunciazione si ha il tipo di dialogo che il Padre del nostro Signore Gesù Cristo vorrebbe avere con ciascuno di noi. L’esperienza di Maria a Nazaret sottolinea questa verità per tutto il popolo di Dio. Il suo “sì” in risposta all’offerta divina e il cambiamento drammatico di vita che ne sarebbe seguito, mostrano che la venuta di Dio in mezzo a noi esige un cambiamento radicale. 
Ma, cosa più importante, l’Annunciazione a Maria ci pone di fronte ad una grande verità: ognuno di noi ha avuto un’“annunciazione” personale. Se esaminiamo la nostra vita passata, troveremo un’esperienza che è stata decisiva; forse non ebbe allora conseguenze immediate, o almeno non ci sembrò, ma, ripensandoci adesso, ci accorgiamo che è stata fondamentale, sia essa la scuola che abbiamo frequentato, un libro che abbiamo letto, un discorso che abbiamo ascoltato, una frase delle Scritture che ci ha colpito, gli amici a cui ci siamo sentiti uniti o un ritiro che abbiamo fatto. Era il Dio di Maria di Nazaret che si annunciava a noi. Noi abbiamo dunque avuto una “nostra” annunciazione. E se non abbiamo risposto “sì”, o se abbiamo pronunciato soltanto un “sì” timido? Basta riconoscere l’annunciazione ora e cercare di recuperare il tempo perduto, vivendo per Dio e per gli altri. “Eccomi sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. 
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2) Lettura: Lettera agli Ebrei 10, 4 - 10 
Fratelli, è impossibile che il sangue di tori e di capri elimini i peccati. Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice: «Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato.
Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: “Ecco, io vengo – poiché di me sta scritto nel rotolo del libro – per fare, o Dio, la tua volontà”». Dopo aver detto: «Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato», cose che vengono offerte secondo la Legge, soggiunge: «Ecco, io vengo a fare la tua volontà». Così egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo. Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre.
 
3) Commento su  Lettera agli Ebrei 10, 4 - 10
 "Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato." (Eb, 10, 5) -  Come vivere questa Parola?
Nel giorno dell'annunciazione il desiderio di alleanza che Dio ha, dopo molti tentativi più o meno falliti, sceglie una strada totalmente altra! Non sono serviti anziani di rispetto e nemmeno giudici saggi o profeti, come Noè, Abramo, Elia, Eliseo o Mosè. Allora Dio scavalca ogni soggetto e ogni forma di stipula che aveva precedentemente usato; non saranno uomini autorevoli, né olocausti di montoni e tori, né tavole della legge incise indelebilmente nella pietra o circoncisioni della carne a sancire la nuova alleanza. La novità passerà dalla rivelazione che Dio non è uno e basta, ma è relazione, alleanza continua, vitale. Dio ha un Figlio che ama follemente, è la sua Parola. E questo Figlio gli corrisponde con altrettanto amore. Dio è disposto a mettere a repentaglio questo amore. E allora, a quel Figlio, prepara un corpo; un corpo che possa camminare, parlare, scegliere! E lo manda. Il Figlio, consenziente, parte e prende corpo. Si, perché quel corpo preparato non è da super eroe. Nasce da una parola accolta da un'altra persona: una donna, Maria, che grazie al suo corpo permette che Dio prenda forma, nasca e cresca. Una storia infinita che si racchiude in uno spazio infinitamente piccolo. Minuscolo. Una fessura, per la quale Dio entra nella storia e la ri-orienta!
Signore, il mistero dell'incarnazione continua a stupirci e renderci immensamente felici! Perché con il corpo di tuo Figlio hai sigillato la tua alleanza eterna con noi. E noi, in Lui, con il nostro corpo ogni giorno vogliamo prolungare il tuo mistero di salvezza e portarti a chi ancora non ti conosce... perché, grazie al nostro corpo "Sia che mangiamo, sia che beviamo, sia che viviamo, sia che moriamo siamo nel Signore" (1 Cor 10, 31)"
Ecco la voce di un monaco Luciano Manicardi, monaco di Bose: Vivere la condizione umana è vivere la corporeità. E vivere l'obbedienza a Dio significa, per il cristiano, passare attraverso l'obbedienza al proprio corpo.
 
 Nel grande giorno in cui il cristiano ricorda che un arcangelo a nome di Dio annuncia alla Vergine Maria che è incinta di un seme divino, il modo di rapportarci al corpo, per noi, è cambiato. Nella elevatissima fede ebraica l'idea di Dio era talmente pura che diventava blasfemo pensare che Dio potesse incarnarsi. Ma le possibilità di Dio, proprio perché divine, sono infinite. Così per amore (non per necessità) il Verbo di Dio Altissimo si fece limite d'uomo assunse un corpo. 
Da allora la corporeità rivela tutto il suo valore, la sua importanza e nobiltà. È vero, ci furono periodi storici in cui per colpa d'interpretazioni errate fu vista come nemica dell'uomo spirituale, negata con pratiche di ascetismo che rasentavano il masochismo. Ma presso i Padri della Chiesa, si arrivò a dire con Tertulliano: "Caro cardo salutis" (la carne è il cardine della salvezza). Ed è evidente senza la corporeità l'ineffabile mistero dell'incarnazione non avrebbe potuto realizzarsi.
Di qui l'insegnamento pratico sempre attuale. Il nostro corpo è dono di Dio. Ne curiamo salute ed efficienza per glorificare il Signore e servire i fratelli. Ci guardiamo però dall'idolatrarlo! Perdere soldi e tempo per cosmetici ed eccessive terapie è diventarne schiavi.
Signore, ti ringrazio per il mio corpo. Benedicimi anche nella dimensione della mia corporeità perché la mia vita sia gioiosa: un canto di lode e d'amore per te e per tutti.
Ecco la voce di un testimone Paolo Ricciardi: L'amore di Cristo è il vero pane moltiplicato di cui l'uomo di ogni tempo ha sempre una grande fame.
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4) Lettura: dal Vangelo di   Luca 1, 26 - 38
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
 

5) Riflessione sul Vangelo di  Luca 1, 26 - 38
  Ti saluto, Maria!
Tutta la nostra attenzione oggi è rivolta sulla visita che l'Angelo Gabriele fa alla vergine Maria a Nazaret. Di questa ragazza non sappiamo nulla e i vangeli tacciono completamente sia della famiglia sia della sua età o condizione sociale. I vangeli apocrifi ci informano sui genitori, Gioacchino ed Anna come circa la a sua fanciullezza trascorsa nel tempio fino alla sua adolescenza. Vorremmo altre notizie che potrebbero appagare la nostra curiosità, ma il testo sacro tace. Sembra giusto fissare la nostra attenzione sulla narrazione di Luca. Un fatto singolare, straordinario! Dio chiede il consenso di una creatura, di Maria, per dare inizio all'opera della salvezza. Succintamente, la successione dei fatti: Saluto dell'angelo, turbamento di Maria, annunzio: diventerai madre del salvatore, obiezione di Maria, rassicurazione del messo divino, l'annunzio di un'altra maternità prodigiosa, l'assenso di Maria: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga in me quello che hai detto!" Che cosa ha detto? Sarai la madre del salvatore mantenendo integra la tua verginità. Dopo il consenso di Maria: Il Verbo si fece carne. È il mistero che viene proposto alla nostra contemplazione nella recita del Santo Rosario. Realmente questa notizia, che Dio venga a visitare gli uomini, è di una portata cosmica. Maria viene invitata a rallegrarsi perché tramite il frutto del suo grembo anche lei viene preservata dal peccato, resa fin dal suo concepimento immacolata. Sono innumerevoli le riflessioni suggerite da questo evento salvifico. Una sola che possa aiutarci nelle nostre scelte. Maria si mette in pieno a disposizione della grazia. Da ora in poi la sua vita cambia totalmente. Non sarà solo la sposa di Giuseppe, ma madre del figlio di Dio con il quale condividerà tutto il suo mistero di amore: Da Betlemme al Calvario. Anche nella vita di ognuno di noi si presenta un fatto, un avvenimento che cambia totalmente la vita: Una scelta fondamentale di vita, la scelta della carriera, un incontro fortuito, una infermità, un evento familiare, un vuoto... Sia di modello Maria nella disponibilità ad affrontare ogni situazione anche scomoda confidando sempre nell'aiuto di Dio. L'Angelus recitato tre volte il giorno costituisce un pressante invito. Mentre benediciamo il Signore per la sua bontà verso l'umanità, chiediamo a Maria la piena adesione alla volontà dell'Altissimo in ogni circostanza.
 
  La visita dell’angelo a Maria evoca le visite di Dio a diverse donne del Vecchio Testamento: Sara, madre di Isacco (Gen 18,9-15), Anna, madre di Samuel (1 Sam 1,9-18), la madre di Sansone (Gde 13,2-5). A tutte loro fu annunciata la nascita di un figlio con una missione importante nella realizzazione del piano di Dio.
 
 La narrazione comincia con l’espressione “Nel sesto mese”. É il sesto mese della gravidanza di Elisabetta. La necessità concreta di Elisabetta, una donna avanzata in età che aspetta il suo primo figlio con un parto a rischio, è lo sfondo di tutto questo episodio. Elisabetta è menzionata all’inizio (Lc 1,26) ed alla fine della visita dell’angelo (Lc 1,36.39).
 
 L’angelo dice: “Ti saluto o piena di grazia, il Signore è con te!” Parole simili sono state dette anche a Mosè (Es 3,12), a Geremia (Ger 1,8), a Gedeone (Gde 6,12) e ad altre persone con una missione importante nel piano di Dio. Maria è sorpresa dal saluto e cerca di capire il significato di quelle parole. È realista. Vuole capire. Non accetta qualsiasi inspirazione.
 
 L’angelo risponde: “Non temere, Maria!” Come avviene nella visita dell’angelo a Zaccaria, anche qui il primo saluto di Dio è sempre: “Non temere!” Subito l’angelo ricorda le promesse del passato che saranno compiute grazie al figlio che nascerà e che deve ricevere il nome di Gesù. Lui sarà chiamato Figlio dell’Altissimo ed in lui si realizzerà il Regno di Dio. È questa la spiegazione dell’angelo in modo che Maria non si spaventi.
 
 Maria è consapevole della missione che sta per ricevere, ma continua ad essere realista. Non si lascia trascinare dalla grandezza dell’offerta, ed osserva la sua condizione. Analizza l’offerta a partire da certi criteri che ha a sua disposizione. Umanamente parlando, non era possibile: “Come è possibile? Non conosco uomo.”
 L’angelo spiega che lo Spirito Santo, presente nella Parola di Dio fin dalla Creazione (Genesi 1,2), riesce a realizzare cose che sembrano impossibili. Per questo, il Santo che nascerà da Maria sarà chiamato Figlio di Dio. Il miracolo si ripete fino ad oggi. Quando la Parola di Dio è accolta dai poveri, qualcosa di nuovo avviene grazie alla forza dello Spirito Santo! Qualcosa di nuovo e sorprendente come che un figlio nasce ad una vergine o un figlio nasce ad una donna di avanzata età, come Elisabetta, di cui tutti dicevano che non poteva avere figli! E l’angelo aggiunge: “Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese”.
 
 La risposta dell’angelo chiarisce tutto per Maria, e lei si dona: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. Maria usa per sé il titolo di Serva, ancella del Signore. Questo titolo di Isaia, che rappresenta la missione del popolo non come un privilegio, bensì come un servizio agli altri popoli (Is 42,1-9; 49,3-6). Più tarde, Gesù definirà la sua missione come un servizio: “Non sono venuto ad essere servito, ma a servire!” (Mt 20,28). Imparò dalla Madre!
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6) Alcune domande per aiutarci nella meditazione e nella orazione
• Cosa ti colpisce maggiormente nella visita dell’angelo Gabriele a Maria?
• Gesù elogia sua madre quando dice: “Beato chi ascolta la Parola e la mette in pratica” (Lc 11,28). Come si rapporta Maria con la Parola di Dio durante la visita dell’Angelo?
 
 
7) Preghiera: Salmo 39
Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà.
 
Sacrificio e offerta non gradisci,
gli orecchi mi hai aperto,
non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato.
Allora ho detto: «Ecco, io vengo».
 
«Nel rotolo del libro su di me è scritto
di fare la tua volontà:
mio Dio, questo io desidero;
la tua legge è nel mio intimo».
 
Ho annunciato la tua giustizia 
nella grande assemblea;
vedi: non tengo chiuse le labbra, 
Signore, tu lo sai. 
 
Non ho nascosto la tua giustizia
dentro il mio cuore,
la tua verità e la tua salvezza
ho proclamato.