Per la preghiera personale e familiare: Lectio divina sulla Liturgia della Parola del giorno - sabato 20 marzo 2021

Dettagli evento

  • sabato | 20 marzo 2021

___________________________________________________________________________________________________________________

Per prendere visione delle Lectio Divine finora pubblicate 

_____________________________________________________________________________________________________________________

Lectio sabato 20 marzo 2021

 
Sabato della Quarta Settimana di Quaresima (Anno B)
 

Geremia 11, 18 - 20
Giovanni 7, 40 - 53  
 
 
1) Preghiera 
Signore onnipotente e misericordioso, attira verso di te i nostri cuori, poiché senza di te non possiamo piacere a te, sommo bene.
______________________________________________________________________________
 
 
2) Lettura: Geremia 11, 18 - 20
Il Signore me lo ha manifestato e io l’ho saputo; mi ha fatto vedere i loro intrighi. E io, come un agnello mansueto che viene portato al macello, non sapevo che tramavano contro di me, e dicevano: «Abbattiamo l’albero nel suo pieno vigore, strappiamolo dalla terra dei viventi; nessuno ricordi più il suo nome». Signore degli eserciti, giusto giudice, che provi il cuore e la mente, possa io vedere la tua vendetta su di loro, poiché a te ho affidato la mia causa.
 
3) Riflessione su Geremia 11, 18 - 20
 Signore degli eserciti, giusto giudice, che provi il cuore e la mente, possa io vedere la tua vendetta su di loro, poiché a te ho affidato la mia causa. (Ger 11,20) -  Come vivere questa Parola?
Geremia si è fatto umilmente portavoce di Dio spendendosi senza riserve per il popolo, anzi intercedendo per esso. In cambio si vede esposto alle trame di quanti attentano alla sua vita.
Nel fallimento del profeta, la debolezza di una Parola che si presenta inerme: non si impone, ma si propone, esponendosi così alla possibilità del rifiuto, anzi della stessa reazione violenta.
E, in effetti, Geremia conoscerà la persecuzione e chiuderà i suoi giorni all'insegna del fallimento. Analoga sorte toccherà alla "Parola" fatta carne, a Gesù, rigettato non solo perché il suo messaggio è scomodo e viene ad intaccare un ordine prestabilito che garantisce privilegi a chi detiene il potere, ma anche per la difficoltà a liberarsi dai lacci del pregiudizio: " Studia e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta" (Gv 7,52). La conclusione logica è: costui non è un profeta, tanto meno il Messia. L'eliminarlo diventa così doveroso per difendere la purezza del credo israelitico, proteggere il popolo ignorante, mettere a tacere una voce che non può essere veritiera. E il tutto si ammanta di legittimità.
 
 La reazione? La troviamo formulata nelle "confessioni" di Geremia in questo breve versetto che trasuda confidente abbandono nelle mani di chi solo conosce fino in fondo ciò che alberga nel cuore umano e quindi può giudicare con giustizia. Egli invoca vendetta, ma non si fa vendetta, lasciando che sia Dio a pronunciare l'ultima parola.
Gesù andrà oltre: non solo non si vendicherà né chiederà a Dio di farlo al suo posto, e neppure si limiterà a perdonare, ma intercederà per ottenere dal Padre il perdono per i suoi crocifissori.
E qui, nella debolezza della Parola, si rivelerà la forza invincibile di Dio, che lava, riscatta e annienta la brutale violenza del male.
Voglio oggi fermarmi a riflettere sulla forza restauratrice del perdono: è solo spezzando il circolo vizioso dell'odio e della vendetta che si schiude l'orizzonte sconfinato e liberante del bene. Perché non essere io ad iniziare?
Donami, Signore, il confidente abbandono di Geremia che lascia a te il giudizio, e la forza del perdono di Gesù che intercede per i suoi persecutori. Porrò così anch'io, nel deserto del mondo, un piccolo seme capace di germogliare e fiorire in amore.
Ecco la voce di uno scrittore Hyàcinthe Vulliez:  Perdonare è riavviare una nuova storia.
______________________________________________________________________________
 
 
4) Lettura: Vangelo secondo Giovanni 7, 40 - 53  
In quel tempo, all’udire le parole di Gesù, alcuni fra la gente dicevano: «Costui è davvero il profeta!». Altri dicevano: «Costui è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice la Scrittura: “Dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide, verrà il Cristo”?». E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui. Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui. Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!». Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!». 
Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!». E ciascuno tornò a casa sua.
 
5) Riflessione sul Vangelo secondo Giovanni 7, 40 - 53 
 Il Cristo è segno di contraddizione.
Ci avviciniamo alla Settimana Santa e la liturgia odierna ci presenta il conflitto tra Gesù e i capi della sua nazione; è un momento di controversie, di ostilità verbali, prima che l’ostilità si manifesti con azioni concrete. Alcuni ascoltatori di Gesù si convincono: “Questi è davvero il profeta”, o addirittura: “È il Cristo”. Ma nella loro ignoranza pensano che Gesù non sia della stirpe di Davide, credendo che sia nato a Nazaret di dove proviene, altri fanno obiezioni. I nemici di Gesù approfittano del dissenso e tentano di arrestarlo, non vogliono ascoltarlo, si turano le orecchie, chiudono gli occhi per non vedere, per non riconoscere la verità. La persona di Cristo suscita contraddizione, divisione. San Giovanni ci trasmette alcuni dettagli preziosi sulla vita di Gesù, del suo ministero pubblico. La prospettiva di questo brano del Vangelo ci fa quasi credere che Cristo sta in mezzo alla folla, e ascolta i commenti che si facevano sulla sua persona. I pareri sono contrastanti. Ma fin d’allora Cristo ci sta redimendo proprio col sacrificio del compimento del dovere quotidiano più umile. Allo stesso momento, la scena è carica di tensione. Gesù non ha paura, segue tranquillamente la sua strada, è pronto a realizzare il progetto di Dio di salvare gli uomini. Un’altra cosa giusta è la dichiarazione delle guardie inviate ad arrestarlo, rispondono: “Mai un uomo ha parlato come parla quest’uomo!”. Domandiamo la grazia di essere accoglienti della parola di Dio che ci giunge in tanti modi, irradiati dalla luce di Dio. Così saremo veri discepoli di Cristo e lo aiuteremo a realizzare o a stabilire sulla Terra il regno di Dio.
 
 Nel capitolo 7, Giovanni constata che c’erano diverse opinioni e molta confusione riguardo a Gesù in mezzo alla gente. I parenti pensavano una cosa (Gv 7,2-5), la gente pensava in altro modo (Gv 7,12). Alcuni dicevano: "È un profeta!" (Gv 7,40). Altri dicevano: "Inganna la gente!" (Gv 7,12) Alcuni lo elogiavano: "È un uomo buono!" (Gv 7,12). Altri lo criticavano: "Non ha studiato!" (Gv 7,15) Molte opinioni! Ciascuno aveva i suoi argomenti, tratti dalla Bibbia o dalla Tradizione. Però nessuno ricordava il messia Servo, annunciato da Isaia (Is 42,1-9; 49,1-6; 50,4-9; 52,13-53,12; 61,1-2). Anche oggi si discute molto sulla religione, e tutti estraggono i loro argomenti dalla Bibbia. Come nel passato, così anche oggi, succede molte volte che i piccoli sono ingannati dal discorso dei grandi e, a volte, perfino dai discorsi di coloro che appartengono alla Chiesa.
 
 Giovanni 7,40-44: La confusione in mezzo alla gente. La reazione della gente è assai diversa. Alcuni dicono: è il profeta. Altri: è il Messia, il Cristo. Altri ribadiscono: non può essere, perché il messia verrà da Betlemme e lui viene dalla Galilea! Queste diverse idee sul Messia producono divisione e confronto. C’era gente che voleva prenderlo, ma non lo fecero. Probabilmente perché avevano paura della gente (cf Mc 14,2).
 
 Giovanni 7,45-49: Gli argomenti delle autorità. Anteriormente, davanti alle reazioni della gente favorevole a Gesù, i farisei avevano mandato guardie a prenderlo (Gv 7,32). Ma le guardie ritornarono in caserma senza Gesù. Erano rimasti impressionati nel sentirlo parlare così bene: "Mai nessuno ha parlato come quest’uomo!" I farisei reagiscono: "Forse vi siete lasciati ingannare anche voi?" Secondo i farisei, “questa gente che non conosce la legge" si lascia ingannare da Gesù. È come se dicessero: "Noi capi conosciamo meglio le cose e non ci lasciamo ingannare!" e dicono che la gente è "maledetta"! Le autorità religiose dell’epoca trattavano la gente con molto disprezzo.
 
 Giovanni 7,50-52: La difesa di Gesù da parte di Nicodemo. Dinanzi a questo argomento stupido, l’onestà di Nicodemo si rivolta ed alza la voce per difendere Gesù: “La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?” La reazione degli altri è di presa in giro: "Sei forse anche tu, Nicodemo, della Galilea!? Dà uno sguardo alla Bibbia e vedrai che dalla Galilea non potrà venire nessun profeta!" Loro sono sicuri! Con il libro del passato in mano si difendono contro il futuro che arriva scomodando. Molta gente continua a fare oggi la stessa cosa. Si accetta la novità solo se va d’accordo con le proprie idee che appartengono al passato.
______________________________________________________________________________
 
 
6) Per un confronto personale
• Quali sono oggi le diverse opinioni su Gesù che ci sono tra la gente? E nella tua comunità, ci sono diverse opinioni che generano confusione? Quali? Raccontale.
• Le persone accettano la novità solo se va d’accordo con le proprie idee e che appartengono al passato. E tu?
 
 
7) Preghiera finale: Salmo 7
Signore, mio Dio, in te ho trovato rifugio.
 
Signore, mio Dio, in te ho trovato rifugio:
salvami da chi mi perseguita e liberami, 
perché non mi sbrani come un leone,
dilaniandomi senza che alcuno mi liberi.
 
Giudicami, Signore, secondo la mia giustizia,
secondo l’innocenza che è in me.
Cessi la cattiveria dei malvagi.
Rendi saldo il giusto,
tu che scruti mente e cuore, o Dio giusto.
 
Il mio scudo è in Dio: 
egli salva i retti di cuore.
Dio è giudice giusto,
Dio si sdegna ogni giorno.