Per la preghiera personale e familiare: Lectio divina sulla Liturgia della Parola del giorno - sabato 13 febbraio 2021

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  • sabato | 13 febbraio 2021

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Lectio sabato 13 febbraio 2021


Sabato della Quinta Settimana del Tempo Ordinario (Anno B)
 

Genesi 3, 9 - 24
Marco 8, 1 - 10
 
 
1) Preghiera 
Custodisci sempre con paterna bontà la tua famiglia, Signore, e poiché unico fondamento della nostra speranza è la grazia che viene da te, aiutaci sempre con la tua protezione.
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2) Lettura: Genesi 3, 9 - 24
Il Signore Dio chiamò l’uomo e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». Rispose l’uomo: «La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato». Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato». Allora il Signore Dio disse al serpente: «Poiché hai fatto questo, maledetto tu fra tutto il bestiame e fra tutti gli animali selvatici! Sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno». Alla donna disse: «Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli. Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ed egli ti dominerà».
All’uomo disse: «Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato: “Non devi mangiarne”, maledetto il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita. Spine e cardi produrrà per te e mangerai l’erba dei campi.
Con il sudore del tuo volto mangerai il pane, finché non ritornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere ritornerai!». L’uomo chiamò sua moglie Eva, perché ella fu la madre di tutti i viventi. Il Signore Dio fece all’uomo e a sua moglie tuniche di pelli e li vestì.
Poi il Signore Dio disse: «Ecco, l’uomo è diventato come uno di noi quanto alla conoscenza del bene e del male. Che ora egli non stenda la mano e non prenda anche dell’albero della vita, ne mangi e viva per sempre!». Il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da cui era stato tratto. Scacciò l’uomo e pose a oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada guizzante, per custodire la via all’albero della vita.
 
3) Riflessione su Genesi 3, 9 - 24
 Nella narrazione della Genesi vediamo le vere conseguenze del peccato. Il peccato non ci separa soltanto da Dio, ma mette separazione ovunque. L'uomo dà la colpa alla donna: "La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell'albero...". Non sono più uniti. E la donna a sua volta cerca qualcuno da accusare: "Che hai fatto?". "il serpente mi ha ingannato e io ho mangiato". E sempre un altro che ha peccato. E un comportamento infantile, ma se riflettiamo bene, anche noi facciamo così, troviamo sempre che la responsabilità è di qualcun altro. E ci separiamo. La sofferenza nella volontà di Dio unisce, la gioia vissuta al di fuori della volontà di Dio divide l'uomo dalla donna. L'unità si trova solo nella volontà di Dio, nell'amore di Dio manifestato dalla sua volontà. Se vogliamo unità, amicizia, amore, dobbiamo sempre cercare la volontà di Dio, perché essa è l'unico fondamento dell'unione dei cuori, delle intelligenze e della unità di tutto il nostro essere.
 
 Ma in questo racconto biblico non ci sono soltanto cose deplorevoli, esso contiene anche delle promesse, perché Dio già pensa a riparare la rovina causata dal peccato: e nel racconto della caduta c’è già il segno della sua misericordia.
Oggi, sabato, leggiamo: "Porrò inimicizia fra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa" e sappiamo che la promessa si è realizzata nella storia di Maria e di Gesù. Gesù, figlio di Maria, ha schiacciato la testa al serpente, e anche Maria ha schiacciato la testa al serpente. È noto che nella traduzione c'è una piccola divergenza: nel testo ebraico è il seme della donna, la sua posterità che schiaccia la testa del serpente, mentre nella Volgata è scritto che "essa", cioè la donna, la schiaccerà, però sono vere tutte e due le affermazioni.
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4) Lettura: Vangelo secondo Marco 8, 1 - 10  
In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano». Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette». Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli. Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò. 
Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà.
 
5) Riflessione sul Vangelo secondo Marco 8, 1 - 10   
 Sento compassione per questa folla…
Un sentimento nobile di Gesù, pieno di umanità che significa prontezza al servizio ed alla donazione; una volontà a guardare l'altro come se stesso e rinunciare alla sua superiorità per servire l'altro. Un sentimento umano che Gesù mostra nel brano del vangelo di oggi. Il gesto lo rende partecipe dei nostri dolori e delle nostre sofferenze. È umano, nel senso più nobile e concreto del termine, nel riconoscere l'altro che mi sta di fronte come soggetto dell'amore e non come oggetto da sfruttare. È umano perché è la volontà di unire gli uomini in un nuovo legame di solidarietà. Ma è anche divino perché proviene da Dio, è divino perché Gesù rende grazie sui sette pani e sui pochi pesciolini, è divino perché Gesù opera il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, è divino perché ci induce a contemplare con maggior profondità il Mistero di Cristo. È la compassione divina che è il preannuncio della sua Passione. Dio sente le nostre passioni, e ci dona la sua Passione. La sua compassione ha questo doppio movimento. Da Dio all'uomo per assumere tutte le passioni umane e dall'uomo a Dio per partecipare alla Sua Passione. È qui, nella compassione umana-divina che troviamo il valore delle nostre celebrazioni eucaristiche che sono incontro tra Dio e l'uomo; un incontro di amore, di salvezza e di redenzione. Poniamo sull'altare la nostra vita perché possa essere benedetta da Gesù e inserita nel suo progetto di Amore.
 
 Il testo del vangelo di oggi riporta la seconda moltiplicazione dei pani. Il filo di unione dei diversi episodi di questa parte del vangelo di Marco è l’alimento, il pane. Dopo il banchetto di morte (Mc 6,17-29), viene il banchetto della vita (Mc 6,30-44). Durante la traversata del lago, i discepoli hanno paura, perché non hanno capito nulla del pane moltiplicato nel deserto (Mc 6,51-52). Poi Gesù dichiara puri tutti gli alimenti (Mc 7,1-23). Nella conversazione di Gesù con la donna cananea, i pagani mangiano le briciole che cadono dal tavolo dei figli (Mc 7,24-30). E qui nel vangelo di oggi, Marco racconta la seconda moltiplicazione del pane (Mc 8,1-10).
 
 Marco 8,1-3: La situazione della gente e la reazione di Gesù. La moltitudine, che si riunisce attorno a Gesù nel deserto, non aveva cibo da mangiare. Gesù chiama i discepoli ed espone loro il problema: “Sento compassione di questa folla, perché già da tre giorni mi stanno dietro e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle proprie case, verranno meno per via; e alcuni di loro vengono di lontano!” In questa preoccupazione di Gesù spuntano due cose molto importanti: 
a) La gente dimentica la casa ed il cibo e va dietro a Gesù nel deserto! Segnale, questo, che Gesù destava molta simpatia, fino al punto che la gente gli va dietro nel deserto e rimane con lui tre giorni! 
b) Gesù non ordina di risolvere il problema. Esprime solo la sua preoccupazione ai discepoli. Sembra un problema senza soluzione.
 
 Marco 8,4: La reazione dei discepoli: Il primo malinteso. I discepoli pensano dopo ad una soluzione, secondo cui qualcuno doveva portare pane per la gente. Non passa loro per la testa che la soluzione possa venire dalla gente stessa. Dicono: “E come si potrebbe sfamarli qui, nel deserto?” In altre parole, pensano ad una soluzione tradizionale. Qualcuno deve trovare il denaro, comprare pane e distribuirlo alla gente. Essi stessi percepiscono che, in quel deserto, questa soluzione non è vivibile, ma non vedono altra possibilità per risolvere il problema. Ossia: se Gesù insiste nel non rimandare la gente a casa, non ci sarà soluzione per sfamarla!
 
 Marco 8,5-7: La soluzione trovata da Gesù. Prima di tutto, chiede quanti pani hanno: “Sette!” Poi manda la gente a sedersi. Dopo, Presi allora quei sette pani, rese grazie, li spezzò e li diede ai discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla.” E fece lo stesso con i pesci. Come nella prima moltiplicazione (Mc 6,41), il modo in cui Marco descrive l’atteggiamento di Gesù, ricorda l’Eucaristia. Il messaggio è questo: la partecipazione nell’Eucaristia deve condurci al dono ed alla condivisione del pane con coloro che non hanno pane.
 
 Marco 8,8-10: Il risultato. Tutti mangeranno, rimarranno sazi e avanzerà pane! Soluzione inattesa, nata all’interno della gente, con i pochi pani che avevano portato! Nella prima moltiplicazione, avanzarono dodici cesti. Qui, sette. Nella prima, servirono per cinque mila persone. Qui per quattro mila. Nella prima c’erano cinque pani e due pesci. Qui, sette pani e qualche pesce.
 
 Il pericolo dell’ideologia dominante. I discepoli pensavano in un modo, Gesù pensa in un altro modo. Nel modo di pensare dei discepoli spunta l’ideologia dominante, il modo comune di pensare delle persone. Gesù pensa in modo diverso. Non è per il fatto di andare con Gesù e di vivere in una comunità che una persona è già santa e rinnovata. In mezzo ai discepoli, sempre di nuovo, spunta una vecchia mentalità, a causa del “fermento di Erode e dei farisei” (Mc 8,15), cioè, l’ideologia dominante, aveva radici profonde nella vita di quella gente. La conversione richiesta da Gesù è una conversione di fondo. Lui vuole sradicare i vari tipi di “fermento”:
* il “fermento” della comunità rinchiusa in sé stessa, senza apertura. Gesù risponde: “Chi non è contro è a favore!" (Mc 9,39-40). Per Gesù, ciò che importa non è se la persona faccia parte o meno della comunità, ma se si prodighi o meno nel fare il bene che la comunità deve fare.
* il “fermento” del gruppo che si considera superiore agli altri. Gesù risponde: "Voi non sapete di quale spirito siete animati" (Lc 9,55).
* il “fermento” della mentalità di classe e di competitività, che caratterizzava la società dell’Impero Romano e che si infiltrava già nella piccola comunità che stava appena cominciando. Gesù risponde: "Il primo sia l’ultimo" (Mc 9, 35). È il punto su cui insiste di più e il punto più forte della sua testimonianza: “Non sono venuto per essere servito, ma per servire” (Mc 10,45; Mt 20,28; Jo 13,1-16).
* il “fermento” della mentalità della cultura dell’epoca che emarginava i piccoli, i bambini. Gesù risponde:” Lasciate che i piccoli vengano a me!” (Mc 10,14). Lui addita i piccoli quali professori degli adulti: “Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non vi entrerà” (Lc 18,17).
Come avveniva al tempo di Gesù, anche oggi la mentalità neoliberale rinasce e spunta nella vita delle comunità e delle famiglie. La lettura del Vangelo, fatta in comunità, può aiutarci a cambiare la vita e la visione e a continuare a convertirci ed essere fedeli al progetto di Gesù.
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6) Per un confronto personale
• Possiamo sempre incorrere in malintesi con amici e nemici. Qual è il malinteso tra Gesù e i discepoli in occasione della moltiplicazione dei pani? Come affronta Gesù questi malintesi? Nella tua casa, con i tuoi vicini o nella comunità, ci sono stati malintesi? Come hai reagito? La tua comunità ha avuto malintesi o conflitti con le autorità civili o ecclesiali? Com’è andata?
• Qual è il fermento che oggi impedisce la realizzazione del vangelo e che deve essere eliminato?
 
7) Preghiera finale: Salmo 89
Signore, tu sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.
 
Prima che nascessero i monti
e la terra e il mondo fossero generati,
da sempre e per sempre tu sei, o Dio.
 
Tu fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.   
 
Tu li sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca.   
 
Insegnaci a contare i nostri giorni
E acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!