Domenica 24 gennaio 2021: Per la preghiera personale e familiare - Lectio divina sulla Liturgia della Parola del giorno

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  • domenica | 24 gennaio 2021

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Lectio domenica 24 gennaio 2021

Domenica della Terza Settimana del Tempo Ordinario (Anno B)
San Francesco di Sales
 
1 Lettera ai Corinzi 7, 29 - 31
Marco 1, 14 - 20
 
 
1) Orazione iniziale 
O Padre, che nel tuo Figlio ci hai dato la pienezza della tua parola e del tuo dono, fa’ che sentiamo l’urgenza di convertirci a te e di aderire con tutta l’anima al Vangelo, perché la nostra vita annunzi anche ai dubbiosi e ai lontani l’unico Salvatore, Gesù Cristo.
 
O Dio, tu hai voluto che il santo vescovo Francesco di Sales si facesse tutto a tutti nella carità apostolica: concedi anche a noi di testimoniare sempre, nel servizio dei fratelli, la dolcezza del tuo amore.
 
San Francesco di Sales ha reso amabile la Chiesa in un tempo di lotte; è un esempio di dolcezza e ha saputo mostrare che il giogo del Signore è facile da portare e il suo carico leggero, attirando così molte anime. 
E un vero riposo per l'anima contemplare questo santo, leggere i suoi scritti, tale è la carità, la pazienza, l'ottimismo profondo che da essi si sprigiona. Qual è la sorgente di questa dolcezza? Essa viene da una grandissima speranza in Dio. Nella vita di san Francesco di Sales si racconta che nella sua giovinezza visse un periodo di prove terribili in cui si sentiva respinto da Dio e perdeva la speranza di salvarsi. Pregò, fu definitivamente liberato e da allora fu purificato dall'orgoglio e preparato a quella dolcezza che lo contraddistinse. Non faceva conto su di sé: aveva sentito con chiarezza quanto fosse capace di perdersi, come da solo non potesse giungere alla perfezione, all'amore, alla salvezza e questa consapevolezza lo rendeva dolce e accogliente verso tutti. Ma più ancora dell'umiltà quella prova gli insegnò la bontà del Signore, che ci ama, che effonde il suo amore nel nostro cuore. 
San Francesco esultava di gioia al pensiero che tutta la legge si riassume nel comandamento dell'amore e che nell'amare non dobbiamo temere nessun eccesso. Scrisse un lungo Trattato dell'amore di Dio e anche un libro più semplice, ma delizioso: Introduzione alla vita devota. Quest'ultimo lo compose capitolo per capitolo scrivendo lettere ad una giovane donna attirata da Dio. Parlandone a santa Giovanna de Chantal che già conosceva diceva di aver scoperto un'anima che era "tutta d'oro" e che egli cercava di guidare nella vita spirituale. 
Non riuscì però ad estendere il suo apostolato come avrebbe voluto. Non poté mai risiedere a Ginevra sua città episcopale, diventata roccaforte dei calvinisti che gliene proibirono l'accesso sotto pena di morte. Tentò una volta a rischio della vita ma inutilmente. Avrebbe potuto provare dispetto e amarezza di fronte a questo ostacolo insormontabile, ma la sua fiducia e il suo amore lo mantennero nella profonda pace di chi compie l'opera di Dio secondo le proprie possibilità. Anche questo è un trionfo della pazienza e della mitezza: non irrigidirsi, non amareggiarsi davanti a difficoltà che non si riesce a vincere ma continuare a vedere dovunque la grazia del Signore e a rendere amabili le sue vie. 
Domandiamo al Signore che ci faccia assomigliare a questo santo nella sua pazienza, dolcezza, semplicità, fiducia, che lo resero così simile a Gesù mite e umile di cuore. 
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2) Lettura: 1 Lettera ai Corinzi 7, 29 - 31
Questo vi dico, fratelli: il tempo si è fatto breve; d’ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l’avessero; quelli che piangono, come se non piangessero; quelli che gioiscono, come se non gioissero; quelli che comprano, come se non possedessero; quelli che usano i beni del mondo, come se non li usassero pienamente: passa infatti la figura di questo mondo!
 
3) Commento  su 1 Lettera ai Corinzi  7, 29 - 31
• San Paolo nella sua lettera 1 Cor, quasi alla fine del settimo capitolo, capitolo in cui parla dell'onestà del celibato e del matrimonio (vv. 1-9), dell'indissolubilità del matrimonio (vv 10-24), nei (vv 25-40) ci fa conoscere il suo pensiero sull'eccellenza del celibato sul matrimonio. In particolare, nei vv. 29-35, oggetto della seconda odierna lettura e nostra riflessione, Paolo spiega il motivo per il quale si ritiene preferibile la verginità al matrimonio: le sollecitudini della vita presente impediscono (il tempo si è fatto breve) all'uomo di pensare solamente a Dio. Se il tempo si fatto breve è opportuno distaccarci dalle cose della terra che ci allontanino da Dio, unico fine, per cui egli ci ha creato e a cui noi tendiamo. Ma subito dopo precisa che nel matrimonio la modalità per fare ciò che può tornare a maggior gloria di Dio è la periodica, continenza concordata e accettata da entrambi.
 
• La seconda lettura tratta dalla prima lettera dell'apostolo Paolo ai Corinzi, dice che tutto passa in questo mondo e non dobbiamo fermarci alle cose di quaggiù, ma dobbiamo aderire a Dio che solo è eterno.
Nei versetti 29-31 del capitolo 7 sembra quasi che Paolo ci inviti a non vivere la nostra vita quotidiana, perché ormai il tempo si è fatto breve e tutto ciò che è di questo mondo passa. 
Il cristiano non si ferma, continua le sue giornate piene di attività con tutti i problemi che ne derivano, con le gioie, i dolori, le sconfitte, le speranze. Quello che vuole farci comprendere Paolo è che dobbiamo vivere la vita quotidiana in pienezza, ma senza farla diventare un assoluto; tutto quello che è del mondo inevitabilmente passa, resta la certezza della vita eterna: infatti solo Dio è eterno.
L'apostolo ci invita ancora a non essere condizionati ed attratti solo dalle entusiasmanti cose terrene, da tutto ciò che è finito e distruttibile e ci vuole educare alla libertà per non perdere mai la speranza.
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4) Lettura: dal Vangelo secondo Marco 1, 14 - 20
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.
 
5) Riflessione sul Vangelo secondo Marco 1, 14 - 20
Nella liturgia della Parola di oggi ci sono come altre volte dei temi trasversali. Un primo tema che troviamo in tutte e tre le letture è quello della conversione. Gesù nel vangelo invita a cambiare vita perché il Regno di Dio è vicino. Attraverso le letture Dio ci parla oggi e ci invita alla conversione, a non rimandarla a domani. Ma conversione a cosa? Una prima risposta è ai valori del regno: giustizia, solidarietà, perdono. Ma andiamo più avanti... Nel vangelo Gesù inizia l’annuncio dicendo: il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino. Con Lui la storia della salvezza è giunta a compimento. La lettera agli ebrei dice: Dio che nei tempi antichi aveva già parlato molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti ultimamente ha parlato a noi per mezzo del Figlio. La dichiarazione di Gesù sul regno di Dio è che questa realtà è presente, anche se non pienamente, e chiede l’accoglienza. “Convertitevi e credete al Vangelo”, diceva Gesù. Si trattava e si tratta di cambiare vita per conformala alla Parola; la parola allora veniva dopo l’imprigionamento del Battista e ce n’era bisogno.. anche oggi risuona e dice che è finito il tempo dei violenti, degli arroganti, degli arrivisti: è iniziato un tempo di liberazione dalla schiavitù del peccato. Il Vangelo è un messaggio di giustizia, di pace, di solidarietà. Non è il vangelo anzitutto un codice morale anche se ci dice quali sono le cose importanti: è una parola di amore e di verità che il Signore rivolge a noi uomini, perché orientiamo la nostra vita verso il bene e abbiamo la felicità. Questo annuncio ci dice di cambiare vita: è una grazia che chiede però la nostra collaborazione: lasciamoci cambiare! A volte rimandiamo ma potrebbe non esserci più tempo: chi di noi sa quanto tempo gli manca? Come diceva il grande Papa Giovanni Paolo II, Gesù non toglie nulla di bello dalla vita, non è contro la nostra felicità: non abbiate paura, diceva, spalancate le porte a Cristo. Gesù chiama alcuni a seguirlo più da vicino per diventare pescatori di uomini; chiede che qualcuno dedichi la vita al vangelo e agli altri come gli apostoli. Stimiamo il ministero dei sacerdoti e dei vescovi? Solo creando un clima favorevole le vocazioni si potranno sviluppare.
Pensiamo che una vita spesa per Cristo sia spesa bene? Una vita spesa dietro a Gesù è un dono per se stessi e per la Chiesa. Preghiamo perché oggi ci siano ancora giovani che accettino di consacrare la vita a Gesù e agli altri.
 
Oltre gli orizzonti.
Gesù inizia la sua missione pubblica e lancia al mondo intero il suo messaggio: «Convertitevi, perché il regno di Dio è vicino». Pone una condizione inderogabile perché la luce che emana dalla sua persona e dai suoi insegnamenti, siano accolti; si richiede un atteggiamento di conversione permanente. Il ritorno a Dio dell’umanità e di ognuno di noi, si compirà per la sua opera di salvezza; sarà il suo martirio sulla croce a riconciliarci pienamente con il Padre e tra noi. Sarà quindi un dono gratuito di amore, che sgorgherà per tutti dalla croce e troverà il suo sigillo nella gloriosa risurrezione di Cristo. È proprio l’immensità e la gratuità di quel dono che deve costituire il motivo e il motore della nostra personale conversione. La redenzione è pregnante di grazia, di santa energia spirituale, quella che ci occorre per essere determinati e perseveranti nelle nostre scelte, per uscire dai meandri del male ed entrare in una intima comunione con Cristo, per possederlo nellafede, per sentirci costantemente animati nella speranza dei beni futuri, per vivere concretamente il precetto dell’amore. In questo consiste sostanzialmente il grande ideale religioso, che sostiene ed alimenta tutta la nostra esistenza. Gli apostoli, che chiamati da Cristo, rispondono immediatamente alla sua chiamata, ci offrono un limpido esempio di conversione: non solo, come promesso dal loro Maestro. Da pescatori di pesci nel mare di Tiberìade, diverranno pescatori di uomini in tutto il mondo, ma la loro stessa vita è destinata a cambiare radicalmente, a cominciare dalle attività quotidiane, nelle quali spendevano prima tutte le loro energie, per assumere il compito definitivo di testimoni e annunciatori del regno. Dalle loro storie con Cristo e da tutto ciò che seguirà per loro, fino al martirio, comprendiamo che la conversione non si attua mai in un momento e non si racchiude in un episodio, per quanto determinante della vita, ma in una ininterrotta laboriosità dello spirito. Vivranno anch’essi le loro debolezze, le incertezze della fede, le paure e i rinnegamenti, ma la grazia di Dio li sosterrà fino al martirio. È significativo poi che il Signore abbia voluto affidare la continuazione della predicazione del Regno e la stessa sua chiesa, a degli uomini fragili, ma convertiti dalla sua chiamata e sorretti dalla sua grazia. Spetta quindi a noi essere, doverosamente e per vocazione, i continuatori di quell’opera, iniziata da Cristo, proseguita dagli apostoli e dai primi testimoni della fede e ora da tutti noi, battezzati in Cristo. Tutto ciò dovrebbe avvenire nella perfetta unità, nella piena concordia, nell’unanimità degli intenti. In questi giorni, sulla scia della esortazione di San Paolo, del quale ricordiamo due mila anni dalla sua nascita, tutto il mondo cristiano prega con Cristo per l’unità della chiesa. Siamo fiduciosi perché lo stesso Signore, in quell’ultima cena, ha rivolto intensamente la sua preghiera al Padre per la stessa intenzione: è ancora Lui ha mettersi in preghiera per noi e con noi.
 
E una notizia percorse la Galilea: un altro mondo è possibile.
In poche righe, un incalzare di avvenimenti: Giovanni arrestato, Gesù che ne prende il testimone, la Parola che non si lascia imprigionare, ancora Gesù che cammina e strade, lago, barche; le prime parole e i primi discepoli. Siamo al momento fresco, sorgivo del Vangelo.
Gesù andò nella Galilea, proclamando il Vangelo di Dio. La prima caratteristica che Marco riferisce è quella di un uomo raggiunto da una forza che lo obbliga a partire, a lasciare casa, famiglia, paese, tutto. Il primo atto registrato dal Vangelo è l'itineranza di Gesù, la sua viandanza. E per casa la strada.
Proprio su questo andare e ancora andare, si innesta la seconda caratteristica: camminava e proclamava il Vangelo di Dio: Dio come una bella notizia.
Non era ovvio per niente. Non tutta la Bibbia è Vangelo, non tutta è bella e gioiosa notizia, alle volte è minaccia e giudizio, spesso è precetto e ingiunzione, ma ora la caratteristica nuova del rabbi itinerante è proprio il Vangelo: una parola che conforta la vita, Dio che libera e fa fiorire.
Gesù passa e dietro di lui resta una scia di pollini di primavera, un'eco in cui vibra il sapore bello e buono della gioia: è possibile la felicità, un'altra storia, un mondo altro sono possibili. E quell'uomo sembra conoscerne il segreto.
La bella notizia che inizia a correre per la Galilea è raccontata così: il regno di Dio (il mondo come Dio lo sogna) è vicino. Perché Dio si è avvicinato, ci ha raggiunto, è qui. Ma quale Dio? Gesù ne mostra il volto, da subito, con il suo primo agire: libera, guarisce, purifica, perdona, toglie barriere, ridona pienezza di relazione a tutti, anche a quelli marchiati dall'esclusione. Un Dio esperto in nascite, in vita.
Per accoglierlo, suggerisce Gesù, convertitevi e credete nel Vangelo. La conversione non come un'esigenza morale, ma un accorgersi che si è sbagliato strada, che la felicità è altrove. Convertitevi allora, giratevi verso la luce, come un girasole che si rimette ad ogni alba sui sentieri del sole, perché la luce è già qui.
Credete nel Vangelo, non semplicemente al Vangelo. Buttatevici dentro, con una fiducia che non darete più a nient'altro e a nessun altro.
Camminando lungo il mare di Galilea, Gesù vide... Cammina senza fretta e senza ansia; cammina sulla riva, in quel luogo intermedio tra terra e acqua, che sa di partenze e di approdi, e chiama quattro pescatori ad andare con lui. Vi faro diventare pescatori di uomini, vi farò pescatori di umanità, cercatori di tutto ciò che di più umano, bello, grande, luminoso ogni figlio di Dio porta nel cuore. Lo tirerete fuori dall'oscurità, come tesoro dissepolto dal campo, come neonato dalle acque materne.
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6) Alcune domande per aiutarci nella meditazione e nella orazione
- Dio ci ha chiamato per collaborare alla crescita del suo regno: noi stiamo vivendo la sua chiamata?
- Siamo convinti che il nostro impegno nei riguardi di quanti sono in cammino verso il matrimonio faccia capire loro che noi amiamo veramente il Dio di Gesù?
 
 
7) Preghiera: Salmo 24
Fammi conoscere, Signore, le tue vie.
 
Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi, perché sei tu il Dio della mia salvezza.
 
Ricòrdati, Signore, della tua misericordia e del tuo amore, che è da sempre.
Ricòrdati di me nella tua misericordia, per la tua bontà, Signore.
 
Buono e retto è il Signore, indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia, insegna ai poveri la sua via.
 
 
8) Orazione Finale
O Dio, Padre di ogni uomo, giuda i nostri passi con la luce della tua Parola, e fa' che, uniti nel vincolo del tuo amore, accogliamo il tuo invito alla conversione e alla concordia.