Venerdì 1° gennaio 2021: Per la preghiera personale e familiare - Lectio divina sulla Liturgia della Parola del giorno

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  • venerdì | 1 gennaio 2021

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Lectio venerdì 1° gennaio 2021

 
Venerdì fra l’Ottava di Natale (Anno B)
Maria Santissima Madre di Dio
 
Lettera ai Galati 4, 4 - 7
Luca 2, 16 - 21
 
 
1) Preghiera 
Padre buono, che in Maria, vergine e madre, benedetta fra tutte le donne, hai stabilito la dimora del tuo Verbo fatto uomo tra noi, donaci il tuo Spirito, perché tutta la nostra vita nel segno della tua benedizione si renda disponibile ad accogliere il tuo dono.
 
Volgiamo il pensiero per un attimo al fascino persistente esercitato da Maria, Madre di Dio, su uomini e donne di ogni ambiente e classe, su persone che hanno conosciuto successi o fallimenti di ogni tipo, su uomini di genio, su emarginati, su soldati angosciati e destinati a morire sul campo di battaglia, su persone che passano attraverso dure prove spirituali. 
Cominciamo l’anno nel segno di questo grande mistero di Maria. 
Cerchiamo allora di approfondire la nostra devozione a Maria, Madre di Dio e nostra, eliminandone, però, ogni traccia di sentimentalismo
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2) Lettura: Lettera ai Galati 4, 4 - 7
Fratelli, quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli. E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: Abbà! Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio.
 
3) Riflessione su Lettera ai Galati 4, 4 - 7
Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l'adozione a figli. (Gal 4,4) - Come vivere questa Parola?
In pochissime parole, San Paolo descrive il mistero dell'incarnazione
Dio manda il Figlio suo nel mondo e lo pone sotto due condizioni: nascere da una donna, nascere sotto la legge. 
La seconda condizione è immersione in ciò che già esisteva, frutto, espressione del vecchio mondo da assumere per poterlo distruggere e liberare da essa tutta l'umanità. 
La prima condizione è invece una novità: per essere realizzata chiede l'adesione esplicita di un'altra persona, di una creatura già esistente, una donna, la cui conversione a Dio si fa generativa. Quella disponibilità non solo permette al Figlio di Dio di entrare nel mondo, ma fa sì che tutta l'umanità in Cristo, quella già esistita, quella sua contemporanea e quella futura possa essere adottata in lei da Dio. Quella persona, Maria, diventa Madre di Dio e di tutta l'umanità. Per lei, noi creature di Dio siamo riconosciuti Figli. Figli di Dio, liberati dalla Legge, figli capaci di una nuova libertà, figli responsabili di una nuova eredità, di una nuova alleanza. In Lei è possibile, garantita e protetta l'umanità di Gesù. In Lei si realizza la nostra divinità.
Signore, fa' che non ci scordiamo nelle pieghe della quotidianità di questo nuovo anno che inizia, la bellezza della nostra umanità che sa creare, crescere, educare, prendersi cura degli altri e del mondo; fa' che non ci scordiamo della divinità che è in noi che ci trascende e ci rende capaci di amare e soffrire, condividere e sperare come te.
Ecco la voce di un teologo: Tutte le Chiese hanno come base ecumenica della fede, il Credo di Nicea-Costantinopoli, che considerano un fedele riassunto del messaggio fondamentale della Parola di Dio, contenuta nella Sacra Scrittura. Insieme, tutti i cristiani confessano a Gesù Cristo come «l'unigenito Figlio di Dio, generato dal Padre prima di tutti i secoli... generato non creato, della stessa sostanza del Padre»; questo unigenito Figlio del Padre «si è incarnato per opera dello Spirito Santo nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo». (...) Tutti i cristiani confessano, secondo la Bibbia e la Tradizione Maria Vergine e Madre di Dio (Teotókos) (...) Nel suo ruolo propriamente Cristologico Maria appare come colei che afferma e difende contemporaneamente l'umanità di Gesù Cristo e la sua divinità. Infatti, è pienamente donna e in questo è la madre di un uomo vero, Gesù. Ma il Nuovo Testamento la chiama anche la Madre del Signore, del Kyrios.
 
• Questo racconto non è solo storia, ci riguarda da vicino. È San Paolo a dircelo, riassumendolo in due righe: "allorché il tempo raggiunse la sua pienezza, Iddio mandò il suo Figliolo, nato da una donna, nato sotto la legge, per riscattare quelli che erano soggetti alla legge". Se infatti non volle trasgredire le regole e per darne altre nuove in vista della vita eterna, per la quale si sacrificò.
Si offrì per noi "affinché ricevessimo la dignità di figli adottivi", per questo il suo Battesimo di sangue. Dio, non pago di questo, "mandò lo spirito del Figlio suo nei nostri cuori, il quale grida: Abba, Padre!" a riprova che siamo figli di Dio e fratelli in Cristo. Figli, quindi, non più schiavi, eppure questo sembra non bastare. La "follia" del Signore ci fa anche eredi, coeredi assieme a Cristo. Le parole di Paolo sono inequivocabili: "e se figlio, sei, grazie a Dio, anche erede". Parole che non possono, come tante, scivolarci addosso.
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4) Lettura: Vangelo secondo Luca 2, 16 - 21
In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.
 
5) Riflessione sul Vangelo secondo Luca 2, 16 - 21
Oggi, primo giorno del nuovo anno, la Chiesa c’invita a celebrare la solennità di Maria Madre di Dio: così pone tutto l’anno sotto la protezione di Maria santissima.
Come ci ricorda San Paolo, nella pienezza dei tempi Dio ha mandato il Suo Figlio perché ricevessimo l’adozione a figli: in Gesù siamo diventati figli di Dio. Maria Santissima, che ha accolto ed educato Gesù, il Figlio, ci aiuta ad essere figli. Gesù è stato concepito per opera dello Spirito Santo e anche noi diventiamo figli e cresciamo come tali per opera dello stesso Spirito.
Il vangelo ci conduce, come nel giorno di Natale, alla mangiatoia di Betlemme; siamo di nuovo invitati a riconoscere come il progetto di Dio, così sublime, si realizzi attraverso Gesù in modo umile: Egli, che è il Figlio dell’Altissimo, si è fatto bambino povero, che non ha nemmeno una culla. Dopo aver trovato il bambino, i pastori raccontano ciò che di Lui era stato detto loro: tutti si stupiscono delle cose che essi dicono e l’evangelista annota che Maria serba tutte queste cose meditandole nel cuore. Ella ci insegna come dobbiamo accogliere suo figlio: non in modo superficiale, solo con festeggiamenti esteriori, ma nel cuore. È importante dunque quella forma di preghiera che è la meditazione.
Al Figlio di Dio viene dato il nome di Gesù, che significa: “Dio salva”. Egli è il Salvatore del mondo. Noi siamo invitati a riconoscere di aver bisogno della salvezza, di aver bisogno di Cristo: da noi stessi non possiamo fare nulla, ma in ogni circostanza dobbiamo affidarci alla Grazia di Dio. È grazie a Dio che possiamo vivere la nostra vocazione di Suoi figli e donarci con amore generoso. Riscopriamo la centralità del Signore nella nostra vita, il bisogno di essere salvati da Lui: contempliamoLo nella mangiatoia di Betlemme, dalla quale si offre come nostro cibo e meditiamo nel cuore tutto ciò che lo riguarda e che ci riguarda, perché Egli è venuto per noi.
 
La Madre di Dio, regina della pace.
La festa di oggi ci offre molteplici motivi di riflessione: la chiesa scandisce per tutti noi ripetutamente nel nome del Signore una solenne benedizione sacerdotale. È l'augurio migliore che possiamo ricevere e scambiarci in questo giorno: viene da Dio, ma è per tutti noi. Pur essendo la festa della Madre di Dio, domina la figura del Cristo e ci viene ricordata ancora la sua opera di salvezza per l'intera umanità. Maria è sapientemente incastonata nel mistero del suo Figlio per sottolineare il suo ruolo nella storia della salvezza e in quello sempre attuale di Madre dei credenti. Noi onoriamo Maria sempre vergine, proclamata nel Concilio di Efeso «santissima madre di Dio» perché Cristo sia riconosciuto veramente Figlio di Dio. È nel nome di Maria che dal 1967 si celebra oggi in tutto il mondo cattolico la giornata mondiale della pace. Dono divino, dono messianico è la pace. Non può essere costruita soltanto da noi uomini e soprattutto non potrà mai essere proclamata efficacemente fin quando non si depongono le armi. La pace degli uomini non può essere diversa da quella di Cristo: va quindi costruita sulle solide basi dell'amore fraterno e della grazia divina. Ogni cristiano per vocazione deve essere un costruttore di pace cominciando magari dalle mura domestiche, impartendo una sana educazione ai figli con la forza dell'esempio. Il tutto dobbiamo accompagnarlo con la forza della preghiera come fa la liturgia di questo giorno che ci fa ripetere nella orazione: «Tu, o Dio nella verginità feconda di Maria hai donato agli uomini i beni della salvezza eterna», una salvezza che inizia già durante il nostro pellegrinaggio terreno.
 
Maria quale modello per la vita delle comunità.
Otto giorni dopo Natale ritorna lo stesso racconto di quella notte: Natale non è facile da capire. facciamoci guidare allora da Maria, che custodiva e meditava tutte queste cose nel suo cuore; che cercava il filo d'oro che tenesse insieme gli opposti: una stalla e «una moltitudine di angeli», una mangiatoia e un «Regno che non avrà fine». Come lei, come i pastori, anche noi salviamo almeno lo stupore: a Natale il Verbo è un neonato che non sa parlare, l'Eterno è appena il mattino di una vita, l'Onnipotente è un bimbo capace solo di piangere. Dio ricomincia sempre così, con piccole cose e in alto silenzio.
Luca presenta Maria quale modello per la vita delle comunità. La chiave ci viene data in quell’episodio in cui una donna del popolo elogia la madre di Gesù. Gesù modifica l’elogio e dice: “Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano” (Lc 11,27-28). Qui sta la grandezza di Maria. È nel modo in cui Maria sa rapportarsi alla Parola di Dio che le comunità contemplano il modo più corretto in cui possono porsi davanti alla Parola di Dio: accoglierla, incarnarla, viverla, approfondirla, ruminarla, farla nascere e crescere, lasciarsi plasmare da essa, anche quando non si capisce o quando ci fa soffrire. È questa la visione che soggiace ai due testi dei capitoli 1 e 2 del vangelo di Luca, che parlano di Maria, la madre di Gesù.
Luca aggiunge che "Maria serbava queste parole (avvenimenti) meditandole nel suo cuore". 
Sono due modi di percepire ed accogliere la parola di Dio: 
a) I pastori si alzano per vedere i fatti e verificare in essi il segno che era stato dato loro dall’angelo, e dopo, ritornano al loro gregge glorificando e lodando Dio per tutto ciò che avevano visto e udito. 
b) Maria, da parte sua, conservava con cura tutti questi avvenimenti nella memoria e li meditava nel suo cuore. Meditare le cose nel cuore significa ruminarle ed illuminarle con la luce della Parola di Dio, per così giungere a capire meglio tutto il loro significato per la vita.
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6) Per un confronto personale
a) Cosa ti è piaciuto di più in questo testo? Perché?
b) Quali sono le sorprese e i contrasti che appaiono nel testo?
c) In che modo il testo insegna che il piccolo è il più grande nel cielo e il più povero sulla terra?
d) Quali sono gli atteggiamenti di Maria e dei pastori dinanzi al mistero di Dio che venne loro rivelato?
e) Qual è il messaggio che Luca ci vuole comunicare per mezzo di questi dettagli?
 
  
7) Preghiera finale: Salmo 66 
Dio abbia pietà di noi e ci benedica.
 
Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti.
 
Gioiscano le nazioni e si rallegrino,
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra. 
 
Ti lodino i popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio e lo temano
tutti i confini della terra.
 
 
8) Orazione Finale
O Signore, che in Maria hai mostrato che il tuo amore supera ogni nostro sogno e speranza, donaci la forza di non arrenderci mai di fronte alle ingiustizie e ai dolori del mondo, per impegnarci giorno per giorno a costruire nel mondo la tua pace.