Per la preghiera personale e familiare: Lectio divina sulla Liturgia della Parola del giorno - martedì 8 dicembre 2020

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  • martedì | 8 dicembre 2020

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Lectio del martedì 8 dicembre 2020
 
Martedì della Seconda Settimana di Avvento (Anno B)
Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria
 
Lettera agli Efesini 1, 3 - 6. 11 - 12
Luca 1, 26 - 38
 
 
1) Preghiera 
O Padre, che nell’Immacolata Concezione della Vergine hai preparato una degna dimora per il tuo Figlio, e in previsione della morte di lui l’hai preservata da ogni macchia di peccato, concedi anche a noi, per sua intercessione, di venire incontro a te in santità e purezza di spirito.
 
Abramo concepì Isacco per la fede nella promessa di Dio “e divenne padre di molti popoli” (cf. Rm 4,18-22). Ugualmente Maria concepì Gesù per mezzo della fede. La concezione verginale di Gesù fu opera dello Spirito Santo, ma per mezzo della fede di Maria. È sempre Dio che opera, ma attraverso la collaborazione dell’uomo. Credere, infatti, è rispondere con fiducia alla parola di Dio, accogliere i suoi piani come se fossero propri e sottomettersi in obbedienza alla sua volontà per collaborarvi. La fede vuole sempre: 1) la fiducia in Dio e 2) la professione di ciò che si crede, poiché “con il cuore si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza” (Rm 10,10). Una volta riconosciuta vera la parola di Dio, Maria credette alla concezione verginale di Gesù e credette pure alla volontà di Dio di salvare gli uomini peccatori, la volle e aderì a quel piano lasciandosi coinvolgere: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1,38). Dalla sua fede quindi nacque Gesù e pure la Chiesa. Perciò, insieme ad Elisabetta che esclamò: “Beata colei che ha creduto all’adempimento delle parole del Signore” (Lc 1,45), ogni generazione oggi la proclama beata (cf. Lc 1,48). La Chiesa ha il compito di continuare nel mondo la missione materna di Maria, quella di comunicare il Salvatore al mondo. Il cristiano di oggi deve fare proprio il piano di Dio “il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati” (1Tm 2,4), proclamando la propria salvezza e lasciandosi attivamente coinvolgere nel portare la salvezza al prossimo, poiché “in questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli (Gv 15,8).
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2) Lettura: Lettera agli Efesini 1, 3 - 6. 11 - 12
Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato. In lui siamo stati fatti anche eredi, predestinati – secondo il progetto di colui che tutto opera secondo la sua volontà – a essere lode della sua gloria, noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo.
 
3) Commento  su  Lettera agli Efesini  1, 3 - 6. 11 - 12
? San Paolo, nel meraviglioso inno della lettera agli Efesini dice alcune cose importanti.
“Dio ci ha benedetti”. Nell'Ave Maria ripetiamo decine di volte: “Benedetta tu fra le donne!”.
Queste benedizione, con ogni benedizione spirituale, nei cieli, in Cristo, è visibile in Maria più che in qualsiasi altra creatura. È una benedizione capace di annullare le maledizioni.
Ci ha scelti prima della creazione del mondo”. Sappiamo che Maria è stata scelta dall'eternità, anche prima della morte redentrice di Cristo, ma in previsione della morte di lui. Questo mistero viene espresso con le parole latine: “Ante praevisa merita”.
 
? Con la seconda lettura, tratta dalla lettera agli Efesini, l'apostolo Paolo ci ricorda come Dio Padre ci abbia destinati prima della creazione del mondo ad essere santi ed immacolati nella carità, predestinandoci ad essere figli adottivi e anche eredi per mezzo di Gesù Cristo, il figlio amato, dal quale ci viene la sua grazia.
 
? Il sentimento di dipendenza filiale dal Padre, evangelizzato da una donna che ha saputo contrastare dentro di se il male nel mondo (davvero è, in questo senso, l'Immacolata) non può però trasformarsi in atteggiamento passivo, ma richiede una presenza attiva nel mondo in grado di cogliere con sensibilità i bisogni e le urgenze degli altri. "Ecco me!". Ci sono. Se hai bisogno di me sono qui. Se mi hai scelto non mi tiro indietro. È quanto ci dice Paolo nella seconda lettura, tratta dalla lettera dell'apostolo alla comunità di Efeso: "E anche noi, perché a Cristo siamo uniti abbiamo avuto la nostra parte; nel suo progetto Dio ha scelto anche noi fin dal principio. E Dio realizza tutto ciò che ha stabilito". Ma per essere figli di Dio, associati al suo progetto, uniti a Cristo, per vivere pienamente la paternità del Signore, dobbiamo cogliere prima di tutto la nostra condizione umana di fratelli per vivere un rapporto solidale con gli altri, per aprirci al mondo con tutte le opportune ed indispensabili politiche, per promuovere nel mondo nuovi stili di vita umili, sobri e solidali. E soprattutto per promuovere nella coppia e nella famiglia quell'atteggiamento che ha improntato tutta la vita di Maria: la speranza. Certo, oggi sperare è difficile. Possiamo ancora sperare? Lo possiamo perché Lui, il Signore, ha fatto per noi - come ci dice il Salmo 97 - cose meravigliose, ha compiuto prodigi, ha manifestato la sua salvezza. Per tutti.
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4) Lettura: Vangelo secondo Luca 1, 26 - 38
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». 
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
 
5) Commento sul Vangelo secondo Luca 1, 26 - 38
? La solennità dell’Immacolata Concezione infonde in noi una grande gioia, perché ci riconduce all’inizio della nostra salvezza. Questa realtà è un privilegio di Maria e al tempo stesso un ideale: un privilegio, perché Maria è stata preservata dal peccato originale per grazia e non per merito, in vista dei meriti di Cristo; infatti è stata immacolata dal concepimento, quando non poteva ancora collaborare con la volontà. Ma l’Immacolata Concezione è anche un modello, perché tutti siamo chiamati ad essere santi e immacolati al cospetto di Dio nella carità, come dice San Paolo nella lettera agli Efesini. Questo non significa che il cristiano sia separato dagli altri: egli è distaccato dal peccato, dal male, ma non dalle persone; Maria, infatti, non è stata separata dagli altri, anzi la grazia l’ha preparata per un amore più grande.
Il vangelo ci presenta il primo episodio che ci viene raccontato di Maria: l’annunciazione; ella è stata colmata di grazia da Dio per essere la madre del Suo Figlio. Ci riempie di gioia il fatto che c’è una creatura che è stata totalmente preservata dal male e questo in vista di essere la madre del Figlio dell’Altissimo. La purezza di Maria è in vista del suo compito straordinario: il Figlio di Dio, infatti, non può essere in nessun modo macchiato dal male. Maria, preservata da ogni traccia di peccato, manifesta la sua santità nell’umiltà: la grazia ricevuta non la fa montare in superbia; ella dice: “Eccomi sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” e, di lì a poco, si reca dalla cugina Elisabetta per assisterla durante la gravidanza.
Tutto questo mette nel nostro cuore una grande speranza: la salvezza voluta da Dio comincia a realizzarsi con l’Immacolata Concezione, passa attraverso l’”eccomi” umile e generoso di Maria e si compie con il mistero pasquale di Gesù, che dà la salvezza al mondo intero. La festa di oggi, dunque, ci prepara non solo al Santo Natale di Gesù, ma anche al Suo mistero pasquale.
 
? Immacolata, piena di grazia.
Nel momento più tragico della nostra storia, quando l’uomo, dopo la terribile esperienza del peccato, per la prima volta fugge da Dio e ha paura di LUI, risuona nel nostro mondo la grande promessa di una piena restaurazione, di una immancabile vittoria finale: «Io porrò inimicizia fra te e la donna, - dice il Signore al serpente - fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno». La “donna” nel cammino della storia assume sempre più nitide le sue sembianze: è una vergine, è piena di grazia, è fecondata dallo Spirito Santo. È una fanciulla di Nazaret. Nascerà da lei “il Santo di Dio”. Verrà riconosciuta da Elisabetta come “la madre del mio Signore”. Lei stessa canterà le “grandi cose” che il Signore ha operato in lei guardando con compiacenza l’umiltà della sua serva. È quindi sicuramente lei il tabernacolo vivente prescelto da Dio dove il Verbo diventa carne, assume le nostre stesse sembianze umane; per questo Egli con la forza del suo amore la inonda di grazie e l’adorna di divina bellezza. Non può la persona della vergine madre essere intaccata neanche minimamente dal peccato. Ne è preservata per volere divino: Maria non è soltanto vergine e madre, ma è l’Immacolata, l’unica creatura concepita senza peccato. È “l’immacolata concezione” come rivelerà lei stessa a Lourdes. Questo prodigio di amore e di grazia oggi noi festeggiamo. Diamo lode a Dio, onoriamo la madre che già porta in sé Cristo Gesù, l’autore della vita. Facciamo nostro l’inno di San Paolo: «Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo». Con la prodigiosa nascita dalla vergine Maria noi “siamo stati fatti anche eredi, predestinati – secondo il progetto di colui che tutto opera secondo la sua volontà – a essere lode della sua gloria, noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo”. Lo splendore dell’Immacolata ci richiama alla purezza della vita, al bel candore dell’innocenza battesimale, rievoca per noi i frutti della grazia che ci purificano, il perdono che ci riconcilia e infine l’attesa nella beata speranza di essere annoverati tra i cittadini del cielo dove tutto è luce, tutto è puro, tutto è santo.
 
? Dio ci chiama ad aprirci alla gioia.
Il Vangelo di Luca sviluppa il racconto dell'annuncio a Maria come la zoomata di una cinepresa: parte dall'immensità dei cieli, restringe progressivamente lo sguardo fino ad un piccolo villaggio, poi ad una casa, al primo piano di una ragazza tra le tante, occupata nelle sue faccende e nei suoi pensieri. L'angelo Gabriele entrò da lei. È bello pensare che Dio ti sfiora, ti tocca nella tua vita quotidiana, nella tua casa. Lo fa in un giorno di festa, nel tempo delle lacrime oppure quando dici a chi ami le parole più belle che sai.
La prima parola dell'angelo non è un semplice saluto, dentro vibra quella cosa buona e rara che tutti, tutti i giorni, cerchiamo: la gioia. «chaire, rallegrati, gioisci, sii felice». Non chiede: prega, inginocchiati, fai questo o quello. Ma semplicemente: apriti alla gioia, come una porta si apre al sole. Dio si avvicina e ti stringe in un abbraccio, viene e porta una promessa di felicità.
La seconda parola dell'angelo svela il perché della gioia: sei piena di grazia. Un termine nuovo, mai risuonato prima nella bibbia o nelle sinagoghe, letteralmente inaudito, tale da turbare Maria: sei colmata, riempita di Dio, che si è chinato su di te, si è innamorato di te, si è dato a te e tu ne trabocchi. Il suo nome è: amata per sempre. Teneramente, liberamente, senza rimpianti amata.
Piena di grazia la chiama l'angelo, Immacolata la dice il popolo cristiano. Ed è la stessa cosa. Non è piena di grazia perché ha detto "" a Dio, ma perché Dio ha detto "" a lei prima ancora della sua risposta. E lo dice a ciascuno di noi: ognuno pieno di grazia, tutti amati come siamo, per quello che siamo; buoni e meno buoni, ognuno amato per sempre, piccoli o grandi ognuno riempito di cielo.
La prima parola di Maria non è un sì, ma una domanda: come è possibile? Sta davanti a Dio con tutta la sua dignità umana, con la sua maturità di donna, con il suo bisogno di capire. Usa l'intelligenza e poi pronuncia il suo sì, che allora ha la potenza di un sì libero e creativo.
Eccomi, come hanno detto profeti e patriarchi, sono la serva del Signore. Serva è parola che non ha niente di passivo: serva del re è la prima dopo il re, colei che collabora, che crea insieme con il creatore. «La risposta di Maria è una realtà liberante, non una sottomissione remissiva. È lei personalmente a scegliere, in autonomia, a pronunciare quel "sì" così coraggioso che la contrappone a tutto il suo mondo, che la proietta nei disegni grandiosi di Dio» (M. Marcolini).
La storia di Maria è anche la mia e la tua storia. Ancora l'angelo è inviato nella tua casa e ti dice: rallegrati, sei pieno di grazia! Dio è dentro di te e ti colma la vita di vita.
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6) Per un confronto personale 
- Il “sì” di Maria realizza il progetto del Padre su di lei. Siamo capaci di rispondere “sì” alla chiamata del Signore e seguire la vocazione che lui ci ha riservato?
- Abbiamo ancora il concetto di “peccato”? Nella nostra vita quotidiana sappiamo riconoscere il male e scegliere il bene?
- La santità è la prima meta da raggiungere nella nostra vita: adeguiamo tutte le nostre scelte a questa realizzazione?
- Preghiamo Maria, ogni giorno, quale mezzo per arrivare a Cristo?
 
 
7) Preghiera finale: Salmo 97
Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie.
 
Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra e il suo braccio santo.
 
Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza, agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore, della sua fedeltà alla casa d’Israele.
 
Tutti i confini della terra hanno veduto la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra, gridate, esultate, cantate inni!
 
 
8) Orazione Finale
O Signore, che in Maria hai aperto la strada definitiva per vincere il peccato e la morte, aiutaci ad essere santi e immacolati al tuo cospetto, perché possiamo ricevere in dono la vita eterna.