Per la preghiera personale e familiare: Lectio divina sulla Liturgia della Parola del giorno - venerdì 2 ottobre 2020

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  • venerdì | 2 ottobre 2020

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Lectio venerdì 2 ottobre 2020

Venerdì della Ventiseiesima Settimana del tempo Ordinario (Anno A)
Santi Angeli Custodi
 
Esodo 23, 20 - 23
Matteo 18, 1 - 5. 10
 
 
1) Preghiera 
O Dio, che nella tua misteriosa provvidenza mandi dal cielo i tuoi Angeli a nostra custodia e protezione, fa’ che nel cammino della vita siamo sempre sorretti dal loro aiuto per essere uniti con loro nella gioia eterna.
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2) Lettura: Esodo 23, 20 - 23
Così dice il Signore: «Ecco, io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato. Abbi rispetto della sua presenza, da’ ascolto alla sua voce e non ribellarti a lui; egli infatti non perdonerebbe la vostra trasgressione, perché il mio nome è in lui. Se tu dai ascolto alla sua voce e fai quanto ti dirò, io sarò il nemico dei tuoi nemici e l’avversario dei tuoi avversari. Il mio angelo camminerà alla tua testa».
 
3) Riflessione su Esodo 23, 20 - 23
I testi liturgici ci invitano a riflettere sulla nostra relazione con Dio e a prendere coscienza che su di essa è fondata la vera fraternità. 
La prima lettura, un passo dell'Esodo, parla dell'Angelo che il Signore manda davanti al suo popolo come protettore e come guida. "Dice il Signore: "Abbi rispetto della sua presenza, ascolta la sua voce ". Subito queste parole suscitano il sentimento della presenza di Dio. Ma il contesto biblico chiarisce che la presenza dell'Angelo indica che la relazione del popolo con Dio è ancora imperfetta, deve progredire. Dio non può rivelarsi pienamente, non può mettere il popolo in relazione immediata con se stesso perché è un popolo peccatore, ribelle, che si trova soltanto all'inizio del lungo cammino che lo condurrà alla Terra promessa, alla diretta presenza di Dio. 
 
L'Angelo è come un intermediario, colui che fa camminare verso Dio e che contemporaneamente, in un certo senso, protegge dalla sua terribile presenza, fino a quando il popolo sarà in grado di reggere di fronte alla sua maestà. 
L'Angelo ci fa ascoltare la voce di Dio; secondo la Bibbia la sua presenza accanto a noi non ha altro scopo che di metterci in relazione con lui. E Dio dice: "Ascolta la sua voce, non ribellarti a lui; egli non ti perdonerebbe, perché il mio nome è in lui". 
Se siamo docili a questa voce interiore, che è la voce stessa di Dio, siamo condotti progressivamente a una unione profonda con il Signore, simboleggiata nella Bibbia dalla entrata nella Terra promessa, il paese dove scorrono latte e miele, dove Dio prepara tutti i beni della salvezza.
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4) Lettura: Vangelo secondo Matteo 18, 1 - 5. 10
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. 
Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.
Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli».
 
 
5) Riflessione sul Vangelo secondo Matteo  18, 1 - 5. 10
Anche il Vangelo di oggi parla del rapporto con Dio: "Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli". Gesù stesso ci dice come dobbiamo rapportarci gli uni agli altri e che, per rispettare veramente le persone, per avere rapporti cristiani, dobbiamo anzitutto pensare al loro rapporto con Dio. Avvicinando qualsiasi persona dobbiamo pensare che Dio l'ama, che ha dei progetti su di lei, che l'aiuta a corrispondere a questi progetti. Se ci pensiamo seriamente, il nostro atteggiamento sarà molto più positivo: avremo più pazienza, più comprensione e soprattutto più amore. 
Uno dei primi Gesuiti, il beato Pietro Fabre, che viaggiava molto e doveva incontrare tante persone, avvicinare tante autorità nella sua lotta contro l'eresia protestante, aveva molta devozione agli Angeli. Quando passava nelle città, quando si preparava ad incontrare qualcuno, pregava l'Angelo custode di queste città, di queste persone e otteneva grazie mirabili. Si era messo alla presenza di Dio e questa presenza irraggiava da lui sugli altri. Se ci ispiriamo a questo esempio, ogni nostro rapporto splenderà davvero della luce del Signore, nonostante noi siamo cosi deboli e imperfetti, e cammineremo sempre più, con la sua grazia, verso la sua presenza.
 
L'ignominia della croce.
La settimana scorsa abbiamo trovato nel medesimo vangelo questa espressione: "Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini" (Mt 14, 21). Questo era senz'altro un segno della scarsa considerazione in cui venivano messe non solo le donne, ma anche i bambini nell'antichità. Erano categorie senza diritti e senza dignità, tanto da non doverli contare nemmeno quando si mangia. Oggi, c'è quasi un'inversione di tendenza, almeno così sembrerebbe: Gesù mette al centro del Regno dei cieli proprio un bambino. Ma, non è un cambio di rotta, siamo sulla medesima scia! Infatti, non si vuole esaltare i bambini per la loro ingenuità o perché sono ammantati da un'aura di purezza, no, il motivo del porre in evidenza tale figura è un altro: chi vuole entrare nel Regno dei cieli, deve affrontare il disprezzo e mettersi all'ultimo posto. Ritorna, quindi, prepotentemente la logica della croce, che si staglia sì come simbolo di ignominia, ma altresì come rotta obbligata per arrivare alla piena realizzazione dell'essere cristiano maturo e consapevole della scelta di fede fatta.
 
• Matteo 18,1: La domanda dei discepoli che provoca l’insegnamento di Gesù. I discepoli vogliono sapere chi è il più grande nel Regno. Il semplice fatto di porre questa domanda indica che non hanno colto bene il messaggio di Gesù. La risposta di Gesù, cioè tutto il Discorso della Comunità, serve per farci capire che tra i seguaci di Gesù deve prevalere lo spirito di servizio, di dedizione, di perdono, di riconciliazione e di amore gratuito, senza cercare il proprio interesse.
 
• Matteo 18,2-5: Il criterio fondamentale: il più piccolo è il più grande. “Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo”, i discepoli vogliono un criterio per potere misurare l’importanza delle persone nella comunità. Gesù risponde che il criterio sono i piccoli! I bambini non hanno importanza sociale, non appartengono al mondo dei grandi. I discepoli, invece di crescere verso l’alto e verso il centro, devono crescere verso il basso e verso la periferia! Così saranno i più grandi nel Regno! Ed il motivo è questo: “Chi accoglie uno solo di questi piccoli, accoglie Me!” L’amore di Gesù per i piccoli non ha spiegazione. I bambini non hanno merito, sono amati dai genitori e da tutti in quanto bambini. Puro amore gratuito di Dio che si manifesta qui e che può essere imitato nella comunità da coloro che credono in Gesù.
 
• Matteo 18,6-9: Non scandalizzare i piccoli. Il vangelo di oggi omette questi versi dal 6 al 9 e continua nel verso 10. Diamo una breve chiave di lettura per questi versi dal 6 al 9. Scandalizzare i piccoli significa: essere per loro motivo della perdita di fede in Dio e dell’abbandono della comunità. L’eccessiva insistenza nelle norme e nelle osservanze, come facevano alcuni farisei, allontanava i piccoli, perché non incontravano più la libertà che Gesù aveva portato. Dinanzi a questo, Matteo conserva frasi molto forti di Gesù, come quella della pietra del mulino appesa al collo, e l’altra: “Guai a coloro che sono causa di scandalo!” Segno che in quel tempo i piccoli non si identificavano più con la comunità e cercavano altri rifugi. Ed oggi? Solamente in Brasile, ogni anno, circa un milione di persone abbandonano le chiese storiche e migrano verso i pentecostali. E sono i poveri che fanno questa transizione. Se vanno via, è perché i poveri, i piccoli, non si sentono a casa nella loro stessa casa! Qual è il motivo? Per evitare questo scandalo, Gesù ordina di tagliarsi il piede o la mano e di cavarsi l’occhio. Queste affermazioni di Gesù non possono essere prese letteralmente. Significano che bisogna essere molto esigenti nella lotta allo scandalo che allontana i piccoli. Non possiamo permettere, in nessun modo, che i piccoli si sentano emarginati nella nostra comunità. Poiché, in questo caso, la comunità non sarebbe un segno del Regno di Dio. Non sarebbe di Gesù Cristo. Non sarebbe cristiana.
 
• Matteo 18,10: Gli angeli dei piccoli in presenza del Padre. "Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre il volto del Padre mio che è nei cieli”. Oggi, a volte, si sente chiedere: “Ma gli angeli esistono o no? Forse sono un elemento della cultura persiana, dove i giudei vissero lunghi secoli nell’esilio di Babilonia?” È possibile. Ma non è questo il quid della questione, non è questo l’aspetto principale. Nella Bibbia, l’angelo ha un altro significato. Ci sono testi che parlano dell’Angelo di Yahvé o dell’Angelo di Dio e poi improvvisamente si parla di Dio. Si scambia l’uno per l’altro (Gen 18,1-2.9.10.13.16: cf Gen 13,3.18). Nella Bibbia, l’angelo è il volto di Yahvé rivolto verso di noi. Il volto di Dio rivolto verso di me, verso di te! È l’espressione della convinzione più profonda della nostra fede, cioè che Dio sta con noi, con me, sempre! È un modo di rendere concreto l’amore di Dio nella nostra vita, fino ai minimi dettagli.
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6) Per un confronto personale
• I piccoli sono accolti nella nostra comunità? Le persone più povere partecipano alla nostra comunità?
• Angeli di Dio, l’Angelo Custode. Molte volte, l’Angelo di Dio è la persona che aiuta un’altra persona. Ci sono molti angeli nella tua vita?
 
 
7) Preghiera finale: Salmo 90
Darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutte le tue vie.
 
Chi abita al riparo dell’Altissimo
passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente.
Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza,
mio Dio in cui confido». 
 
Egli ti libererà dal laccio del cacciatore,
dalla peste che distrugge.
Ti coprirà con le sue penne,
sotto le sue ali troverai rifugio;
la sua fedeltà ti sarà scudo e corazza. 
 
Non temerai il terrore della notte
né la freccia che vola di giorno,
la peste che vaga nelle tenebre,
lo sterminio che devasta a mezzogiorno. 
 
Non ti potrà colpire la sventura,
nessun colpo cadrà sulla tua tenda.
Egli per te darà ordine ai suoi angeli
di custodirti in tutte le tue vie.