Per la preghiera personale e familiare: Lectio divina sulla Liturgia della Parola del giorno - mercoledì 9 settembre 2020

Dettagli evento

  • mercoledì | 9 settembre 2020

____________________________________________________________________________________________________________________

Per prendere visione delle Lectio Divine finora pubblicate 

_____________________________________________________________________________________________________________________

Per prendere visione della Lectio Divina di oggi 

_____________________________________________________________________________________________________________________

Lectio mercoledì 9 settembre 2020
 
Mercoledì della Ventitreesima Settimana del Tempo Ordinario (Anno A)

 
1 Lettera ai Corinzi 7, 25 - 31 
Luca 6, 20 - 26  
 
 
1) Preghiera 
O Padre, che ci hai donato il Salvatore e lo Spirito Santo, guarda con benevolenza i tuoi figli di adozione, perché a tutti i credenti in Cristo sia data la vera libertà e l’eredità eterna.
______________________________________________________________________________
 
 
2) Lettura: 1 Lettera ai Corinzi 7, 25 - 31  
Fratelli, riguardo alle vergini, non ho alcun comando dal Signore, ma do un consiglio, come uno che ha ottenuto misericordia dal Signore e merita fiducia. Penso dunque che sia bene per l’uomo, a causa delle presenti difficoltà, rimanere così com’è. 
Ti trovi legato a una donna? Non cercare di scioglierti. Sei libero da donna? Non andare a cercarla. Però se ti sposi non fai peccato; e se la giovane prende marito, non fa peccato. Tuttavia costoro avranno tribolazioni nella loro vita, e io vorrei risparmiarvele. 
Questo vi dico, fratelli: il tempo si è fatto breve; d’ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l’avessero; quelli che piangono, come se non piangessero; quelli che gioiscono, come se non gioissero; quelli che comprano, come se non possedessero; quelli che usano i beni del mondo, come se non li usassero pienamente: passa infatti la figura di questo mondo!
 
3) Commento su  1 Lettera ai Corinzi  7, 25 - 31  
•  Tutto passa in questo mondo e non dobbiamo fermarci alle cose di quaggiù, ma dobbiamo aderire a Dio che solo è eterno.
Nei versetti 29-31 del capitolo 7 sembra quasi che Paolo ci inviti a non vivere la nostra vita quotidiana, perché ormai il tempo si è fatto breve e tutto ciò che è di questo mondo passa. 
 
? Il cristiano non si ferma, continua le sue giornate piene di attività con tutti i problemi che ne derivano, con le gioie, i dolori, le sconfitte, le speranze. Quello che vuole farci comprendere Paolo è che dobbiamo vivere la vita quotidiana in pienezza, ma senza farla diventare un assoluto; tutto quello che è del mondo inevitabilmente passa, resta la certezza della vita eterna: infatti solo Dio è eterno.
L'apostolo ci invita ancora a non essere condizionati ed attratti solo dalle entusiasmanti cose terrene, da tutto ciò che è finito e distruttibile e ci vuole educare alla libertà per non perdere mai la speranza.
_____________________________________________________________________________
 
 
4) Lettura: dal Vangelo secondo Luca 6, 20 - 26  
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete. Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti. Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione. Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».
 
 
 
 
5) Riflessione sul Vangelo secondo Luca 6, 20 - 26  
Beati voi!
Com'è diverso lo sguardo del Signore dal nostro! Come sono diverse le sue valutazioni dalle nostre! Ci sorprende e ci sconvolge. Egli oggi posa i suoi occhi sui discepoli, li posa su ciascuno di noi con il preciso intento di indicarci su quali valori dobbiamo posare i motivi di gaudio e di beatitudine. A noi anelanti alle ricchezze e ai beni del mondo dice: «Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio». Egli, nella sua divina bontà, vuole dilatare gli spazi del nostro spirito per farci comprendere che i beni del Regno non sono minimamente paragonabili a quelli della terra. Vuole convincerci che il futuro che è stato riservato dal buon Dio, sazierà completamente ogni nostro desiderio nella pienezza della vera gioia senza fine. Gesù proclama beati anche coloro che sono nell'afflizione e nel dolore, affermando semplicemente che il nostro pianto si cambierà in gioia. Rimane per noi l'assurdo e il mistero del dolore e dell'umana sofferenza fin quando non avremo il coraggio e la fortuna di salire coraggiosamente fino al Calvario e lì rimirare con tutta la nostra fede, il crocifisso, armandoci di santa pazienza per attendere fino al terzo giorno, fino al mattino della nostra pasqua: «Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli». La beatitudine del dolore raggiunge poi la sua concretezza storica nelle violenze e nelle persecuzioni, negli insulti e nell'odio, in tutte le «passioni» che i seguaci di Cristo subiranno nel corso dei secoli: è la beatitudine dei martiri, è l'eroismo della fede, è la perfetta assimilazione a Cristo crocifisso. I «guai» che seguono vogliono ancora smentire le nostre umane tendenze e metterci in guardia dalle inevitabili tentazioni. Vogliono soprattutto farci evitare il facile errore di sopravvalutare le nostre «cose», inevitabilmente fragili e legati solo al tempo. La nostra meta è il cielo e l'eternità.
 
Il vangelo di oggi ci riporta quattro beatitudini e quattro maledizioni del Vangelo di Luca. C’è una rivelazione progressiva nel modo in cui Luca presenta l’insegnamento di Gesù. Fino a 6,16, dice molte volte che Gesù insegnava alla gente, però non descriveva il contenuto dell’insegnamento (Lc 4,15.31-32.44; 5,1.3.15.17; 6,6). Ora, dopo aver informato che Gesù vede la moltitudine desiderosa di ascoltare la parola di Dio, Luca riporta il primo grande discorso che inizia con le esclamazioni: "Beati, voi poveri!" e "Guai a voi, ricchi!", ed occupa tutto il resto del capitolo (Lc 6,12-49). Alcuni chiamano questo discorso il “Discorso della Pianura", perché secondo Luca, Gesù scese dal monte e si fermò in un luogo in pianura dove pronunciò il suo discorso. Nel vangelo di Matteo, questo stesso discorso è fatto sulla montagna (Mt 5,1) ed è chiamato "il Discorso della Montagna". In Matteo, nel discorso ci sono otto beatitudini, che tracciano un programma di vita per le comunità cristiane di origine giudaica. In Luca, il sermone è più breve e più radicale. Contiene solo quattro beatitudini e quattro maledizioni, indirizzate alle comunità ellenistiche, costituite da ricchi e da poveri. Questo discorso di Gesù sarà meditato nei prossimi giorni.
 
• Luca 6,20: Beati voi, poveri! Guardando i discepoli, Gesù dichiara: "Beati voi, poveri, perché vostro è il Regno dei Cieli!" Questa dichiarazione identifica la categoria sociale dei discepoli. Loro sono poveri! Ed a loro Gesù promette: “Il Regno è vostro!” Non è una promessa fatta per il futuro. Il verbo è presente. Il Regno appartiene già a loro. Loro sono beati fin da ora. Nel vangelo di Matteo, Gesù esplicita il senso e dice:"Beati i poveri in Spirito!" (Mt 5,3). Sono i poveri che hanno lo Spirito di Gesù. Perché ci sono poveri con la mentalità di ricchi. I discepoli di Gesù sono poveri con mentalità di poveri. Come Gesù, non vogliono accumulare, ma assumono la loro povertà e con lui, lottano per una convivenza più giusta, dove ci sia fraternità e condivisione di beni, senza discriminazione.
 
• Luca 6,21-22: Beati voi, che ora avete fame e piangete! Nella seconda e terza beatitudine Gesù dice: “Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati! Beati voi che ora piangete, perché riderete!" Una parte delle frasi è al presente e l’altra è al futuro. Ciò che ora viviamo e soffriamo non è definitivo. Ciò che è definitivo è il Regno che stiamo costruendo oggi con la forza dello Spirito di Gesù. Costruire il Regno suppone dolore e persecuzione, ma una cosa è certa: il Regno giungerà, e “voi sarete saziati e riderete!”
 
• Luca 6,23: Beati sarete, quando vi odieranno…! La 4ª beatitudine si riferisce al futuro: "Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e vi metteranno al bando a causa del Figlio dell’Uomo! Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché grande sarà la vostra ricompensa, perché così sono stati trattati i profeti!" Con queste parole di Gesù, Luca incoraggia le comunità del suo tempo, che erano perseguitate. La sofferenza non è rantolo di morte, ma dolore di parto. Fonte di speranza! La persecuzione era un segno che il futuro annunciato da Gesù stava giungendo. Le comunità andavano per il cammino giusto.
 
• Luca 6,24-25: Guai a voi ricchi! Guai a voi che ora siete sazi e ridete! Dopo le quattro beatitudini a favore dei poveri e degli esclusi, seguono quattro minacce o maledizioni contro i ricchi e coloro a cui tutto va bene e sono elogiati da tutti. Le quattro minacce hanno la stessa forma letteraria identica alle quattro beatitudini. La prima è al presente. La seconda e la terza hanno una parte al presente ed un’altra al futuro. E la quarta si riferisce completamente al futuro. Queste minacce si trovano solo nel vangelo di Luca e non in quello di Matteo. Luca è più radicale nella denuncia dell’ingiustizia.
 
? Dinanzi a Gesù, nella pianura non ci sono ricchi. Solo c’è gente povera e malata, venuta da tutte le parti (Lc 6,17-19). Ma Gesù dice: “Guai a voi, ricchi!" Perché Luca, nel trasmettere queste parole di Gesù, sta pensando più alle comunità del suo tempo. In loro ci sono ricchi e poveri, e c’è discriminazione dei poveri da parte dei ricchi, la stessa che marcava la struttura dell’Impero Romano (cf. Gc 5,1-6; Apc 3,17-19). Gesù critica duramente e direttamente i ricchi: Voi ricchi, avete già ricevuto la consolazione! Siete già sazi, ma avrete fame! Ora state ridendo, ma sarete afflitti e piangerete! Segno che per Gesù la povertà non è una fatalità, né è frutto di pregiudizi, ma è frutto di arricchimento ingiusto da parte degli altri.
 
• Luca 6,26: Guai a voi quando tutti diranno bene di voi, perché così trattarono anche i falsi profeti!” Questa quarta minaccia si riferisce ai figli di coloro che nel passato elogiavano i falsi profeti. Perché alcune autorità dei giudei usavano il loro prestigio e la loro autorità per criticare Gesù.
______________________________________________________________________________
 
 
6) Per un confronto personale
• Guardiamo la vita e le persone con lo stesso sguardo di Gesù? Cosa pensi nel tuo cuore: una persona povera ed affamata è veramente felice? I racconti che vediamo in televisione e la propaganda del commercio, quale ideale di felicità ci presentano?
• Dicendo “Beati i poveri”, Gesù stava volendo dire che i poveri devono continuare ad essere poveri?
 
 
7) Preghiera finale: Salmo 44
Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio.
 
Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio:
dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre;
il re è invaghito della tua bellezza. È lui il tuo signore: rendigli omaggio. 
 
Entra la figlia del re: è tutta splendore, tessuto d’oro è il suo vestito.
È condotta al re in broccati preziosi;
dietro a lei le vergini, sue compagne, a te sono presentate.
 
Condotte in gioia ed esultanza, sono presentate nel palazzo del re.
Ai tuoi padri succederanno i tuoi figli; li farai prìncipi di tutta la terra