Ministri straordinari

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Programma

 

Il Ministero Straordinario dell’Eucarestia

 

La data di nascita del ministero straordinario per la distribuzione dell’Eucaristia risale al 29 gennaio del 1973.

Nella nostra Comunità Parrocchiale i primi ministri straordinari ricevettero il mandato nell’anno pastorale 1996/97 ed attualmente sono numerosi gli ammalati che ricevono l’Eucaristia a casa.

 

Chi può ricevere il mandato?

Ogni battezzato-cresimato adulto, uomo o donna, può ricevere l’incarico di distribuire l’Eucaristia sia durante sia fuori la messa. é un fatto semplice, ma molto importante, di grande utilità pastorale, se si pensa che fino a poco tempo addietro il semplice fedele non poteva toccare neppure i vasi sacri.

La Sacra Congregazione dei Sacramenti, riguardo a questo cambiamento, riporta le seguenti ragioni pratiche:

*   durante la celebrazione della Messa, allorché si verifica un grande affollamento di fedeli, oppure per qualche particolare difficoltà, in cui venga a trovarsi il celebrante;

*   fuori della celebrazione della Messa, soprattutto in forma di viatico, agli ammalati che si trovano in pericolo di morte, oppure, quando il numero degli infermi, soprattutto negli ospedali o in istituti simili, richieda l’opera di più ministri, affinché i fedeli, che sono in stato di grazia e hanno pia e retta intenzione di accostarsi al convito eucaristico, non siano privati dall’aiuto e dal conforto di questo sacramento

Per questi motivi il Papa, Paolo VI, ha ritenuto opportuno istituire i ministri straordinari dell’eucaristia.

 

Il ministero della distribuzione dell’eucaristia è un incarico straordinario, ausiliario, non permanente, concesso in relazione a particolari necessità di situazioni, di tempi e di persone.

Ministro straordinario può essere tanto l’uomo quanto la donna.

Egli riceve la facoltà di “comunicarsi da se stesso, di distribuire la comunione ai fedeli nella celebrazione liturgica, di portarla ai malati e agli anziani e di recarla come viatico ai moribondi”.

Questo ministero straordinario, quindi è suppletivo e integrativo degli altri ministeri istituiti, richiama il significativo di un servizio liturgico intimamente connesso con la carità e destinato soprattutto ai malati e alle assemblee numerose.

Esso impegna laici o religiosi ad una più stretta unità spirituale e pastorale con la comunità nella quale svolgono il loro apostolato.

é il Signore che suscita i ministeri nella comunità e per la comunità.

Nessuno li deve interpretare come attribuzione onorifica o accrescimento di potere, né considerarli come episodi sporadici della vita di un cristiano o adempimenti giuridici in vista di ministeri ordinati.

Per questo occorre il mandato della chiesa e una certa stabilità commisurata non solo alla disponibilità personale, ma anche ai bisogni della comunità.

Il mandato è conferito dal vescovo alle persone idonee, individualmente scelte dal parroco.

I laici chiamati a questo ministero devono certamente essere disponibili e generosi nell’offrirsi al servizio ecclesiale, ma questa disponibilità deve essere accompagnata da un’adeguata formazione biblica – teologica – liturgica.

Il candidato, debitamente preparato, deve distinguersi per la vita cristiana, la fede, la condotta ed essere da esempio agli altri fedeli per il suo rispetto verso il Sacramento dell’Altare.

Nessuno, pertanto, può essere scelto per questo servizio se la sua designazione può essere motivo di stupore dei fedeli.

Il ministro straordinario dell’eucaristia deve acquisire una chiara e precisa conoscenza degli aspetti, essenziali del ministero eucaristico, che è in stretto rapporto al servizio che è chiamato a svolgere nella chiesa e delle norme liturgiche che ne regolano la celebrazione.

Per il ministro straordinario dell’eucaristia, contemplare il volto di Cristo vuol dire contemplare il volto della Chiesa, che Gesù ha associato e configurato a sé nella sua missione, imprimendole un raggio luminoso del suo volto.

Il Signore Gesù ha compiuto la sua missione di passione, morte e risurrezione, per la glorificazione di Dio, facendosi “servo”. Perciò, tutta la chiesa, seguendo il suo Signore, si pone in atteggiamento di servizio.

 

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