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Nel 1993 é stato
pubblicato il libro "Un vero kalò",
autore Don Mario Riboldi, biografia de "El Pelé", Zeffirino Jiménez Malla,
elevato alla gloria degli altari il 26 maggio 1997 da
Giovanni Paolo II.
Don Mario é stato tra gli "attori" della causa di
canonizzazione di Zeffirino.
Chi era Zeffirino?
Da un
articolo pubblicato sul numero di Dialogo di aprile 1994.
Abbiamo il piacere di pubblicare ciò che troviamo
scritto su un'immaginetta diffusa in Italia, in Spagna, in Polonia ed in altri
Paesi d'Europa, in cui si racconta la vita di uno zingaro, Ceferino Jiménez
Malla, morto eroicamente nel 1936, in Spagna, difendendo un parroco imprigionato
durante la persecuzione religiosa avvenuta nella diocesi di Barbastro.
Chi e' Rom può essere
orgoglioso di contare ora tra la propria gente anche un cattolico così impegnato
nella sua vita di credente, e può pure guardare all'esempio del Servo di Dio
Zeffirino, per ricopiarne le virtù umane e cristiane. Ceferino Jiménez Malla,
detto El Pelé, venne ucciso a Barbastro (Spagna) con tanti sacerdoti, frati e
laici cattolici durante la persecuzione religiosa subita dalla diocesi. Ceferino
(in italiano Zeffirino) era nato a Benavent del Lérida nel 1861 da gitani
cattolici. Venne battezzato a Fraga e visse da nomade per quarant’anni, poi si
fermò a Barbastro (Huesca). Da giovane si era sposato, alla maniera dei
girovaghi, ma non ebbe figli. Prese allora con sé una nipotina e la allevò. Nel
1912 volle sposarsi in chiesa e dopo qualche tempo lo si vide partecipare alla
Messa ogni domenica e anche nei giorni feriali, facendo sempre la Comunione. Non
era mai andato a scuola da piccolo e rimase sempre analfabeta, eppure seppe
tener viva una amicizia vera con un professore universitario. Radunava i
ragazzetti, figli dei gitani, e anche alcuni appartenenti ad altre famiglie
vicine di casa, per insegnare qualche racconto della Bibbia e le preghiere
principali. Metteva pace tra i gitani e cercava di risolvere le questioni che
sorgevano con gli altri. Rimasto vedovo nel 1922, fece sposare la nipote ormai
cresciuta. Nel suo lavoro di commerciante di animali si comportò sempre
onestamente. Quando scoppiò la Guerra Civile, nel luglio 1936, egli difese un
prete che veniva portato in carcere. Venne arrestato pure lui. Un anarchico dopo
alcuni giorni cercò di liberarlo, chiedendogli però di consegnargli la corona
del rosario e di non farsi più vedere in preghiera come prima. Il Pelé
ringraziò, ma non accettò. Ai primi di agosto venne fucilato nel cimitero. Morì
gridando: “Viva Cristo Re” e tenendo in mano la corona del rosario. Il suo corpo
fu gettato in una fossa comune e non più ritrovato. Il 27 novembre 1993 é
iniziato a Barbastro il processo informativo per la beatificazione.
Prefazione al libro
dell'allora Arcivescovo di Milano,
Cardinale Carlo
Maria Martini
Carissimo Don Mario,
desidero esprimerti i sentimenti della mia più viva riconoscenza per aver
scritto la biografia de "El Pelé", dal titolo: "Un vero Kalò". E sono lieto che,
dopo aver dedicato tanti anni del tuo ministero ad accompagnare gli zingari
vivendo in mezzo a loro, tu abbia sentito il bisogno di offrire a un vasto
pubblico la possibilità di conoscere la figura esemplare di un nomade cattolico
spagnolo, uomo di grandissima fede, di profonda interiorità, di intensa
preghiera, fucilato nell'agosto del 1936 durante la guerra civile e ricordato
con alcuni martiri beatificati.
La vita di questo Kalò aiuterà in particolare le comunità cristiane a
comprendere meglio la mentalità e i costumi dei nomadi e a impegnarsi nello
sforzo di realizzare forme di integrazione o di solidarietà abbattendo il muro
che spesso ci separa da loro.
Quasi certamente "El Pelé" (Ceferino Jiménez Malla) venne ucciso perché
cattolico, non in quanto zingaro, e la biografia da te preparata mette in luce
non solo il suo cammino spirituale e il suo grande amore per il Signore e per
tutti i fratelli, ma pure quella speranza nella vita eterna che animava la sua
esistenza e che gli ha permesso di accettare serenamente la morte violenta.
Rinnovandoti la mia gratitudine per la fatica da
te compiuta ti benedico di cuore.
tuo nel Signore
Carlo Maria card. Martini
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